L’esplosione del satellite russo costringe gli astronauti della ISS a cercare rifugio

L’esplosione del satellite russo costringe gli astronauti della ISS a cercare rifugio
L’esplosione del satellite russo costringe gli astronauti della ISS a cercare rifugio
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Un allarme di detriti spaziali ha costretto gli astronauti a rifugiarsi nelle loro navi questo giovedì.

La Nasa ha attivato la procedura d’emergenza dopo la disintegrazione di un satellite russo ormai a fine vita.

Panico a bordo! In seguito alla disintegrazione di un satellite ad un’altitudine vicina a quella della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), i nove occupanti hanno dovuto rifugiarsi urgentemente all’interno delle capsule previste per il loro ritorno sulla Terra, ha detto la NASA sul social network Probabilmente l’equipaggio stava dormendo quando è stata avviata la procedura di emergenza. Il Controllo Missione ha continuato a monitorare la traiettoria dei detriti e, dopo circa un’ora, ha dato il via libera agli astronauti per tornare alla stazione spaziale.

La NASA non ha specificato quale satellite fosse associato all’incidente. Ma la società LeoLabs, specializzata nel monitoraggio di oggetti spaziali e nel rilevamento delle collisioni, ha segnalato un “evento di generazione di detriti” prima. “Secondo le prime indicazioni, una navicella spaziale russa non operativa, Resurs-P1 (SATNO 39186), ha rilasciato numerosi frammenti“, ha scritto l’azienda americana sul social network segnalato su X che il dispositivo si è disintegrato il 26 giugno intorno alle 17 (ora di Parigi).

36.000 pezzi di detriti spaziali più grandi di 10 centimetri

Lanciato nel 2013, il satellite russo Resurs-P1 è stato lanciato il 25 giugno 2013 e ha smesso di funzionare alla fine del 2021, oltre la sua durata prevista. La Russia lo ha utilizzato per applicazioni che vanno dalla difesa al monitoraggio delle emergenze fino all’agricoltura, si legge sul sito della NASA. Per il momento non sappiamo cosa possa aver causato la disintegrazione della macchina, ma sono già state avanzate diverse ipotesi. Secondo il media specializzato SpaceNews, è possibile che l’ordigno sia esploso perché non aveva scaricato le batterie e spurgato i serbatoi. Era già successo prima. Potrebbe anche essere stato colpito da detriti non tracciati.

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Dall’inizio dell’era spaziale, tonnellate di lanciatori, veicoli e strumenti scientifici sono stati inviati nello spazio. Nel corso del tempo, esplosioni o collisioni intenzionali e accidentali hanno generato centinaia di migliaia di detriti potenzialmente pericolosi. Quelli più grandi di 10 centimetri, capaci di mettere a repentaglio l’integrità del laboratorio orbitante, sono 36.000, secondo l’Agenzia spaziale europea (ESA). Ora conosciamo l’orbita e la traiettoria di quasi la metà di essi, il che consente alle agenzie spaziali di seguirli in tempo reale. Inoltre, un protocollo prevede che gli astronauti evacuino la stazione spaziale in meno di tre ore in caso di impatto.


Matthieu DELACHARLERY

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