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Stéphane Laporte “morde” Kent Hughes

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In un articolo tagliente, Stéphane Laporte descrive con feroce ironia il calo delle aspettative dei tifosi dei Montreal Canadiens.

Una volta abituati ai festeggiamenti esultanti delle vittorie della Stanley Cup, ora sembrano accontentarsi di semplici apparizioni ai playoff o addirittura di prestazioni mediocri.

Laporte ricorda con nostalgia gli anni gloriosi in cui la semplice menzione della parola “Stanley” elettrizzava giocatori e allenatori dei Canadiens.

“All’età di 18 anni, avevo già assistito a dieci sfilate della Stanley Cup per le strade di Montreal. Ciò significa una, in media, ogni 20 mesi della mia vita. Qualcuno di oggi di 30 anni “Oggi non ne ha vista nessuna in 360 mesi sulla Terra”. ‘ (credito: La Presse)

Ma oggi, nel torneo di golf della squadra, quelle parole, che siano “serie”, “playoff” o “Stanley”, vengono evitate a favore di termini meno accattivanti, illustrando un cambiamento radicale di mentalità.

Il contrasto tra le aspettative passate e quelle presenti è netto. Laporte ricorda l’amara delusione del 1989 quando il canadese, dopo una stagione impressionante, perse la Stanley Cup davanti ai suoi stessi tifosi al Forum di Montreal.

All’epoca, la sconfitta significò tristezza e interrogativi per la squadra e i suoi tifosi, ma cosa sarebbe successo se fossimo arrivati ​​alla finale della Stanley Cup?

Tuttavia, trentacinque anni dopo, la sconfitta finale in una stagione di miseria contro i Detroit Red Wings viene accolta con calorosi applausi e facce felici.

Le statistiche poco lusinghiere della squadra non sembrano più essere una delle maggiori preoccupazioni. Al contrario, dirigenti e tifosi trovano motivo di soddisfazione nei piccoli miglioramenti osservati nel corso delle stagioni.

Laporte sottolinea sarcasticamente la capacità del management di gestire le aspettative dei fan, introducendo sottilmente il concetto di “mix” come alternativa attenuata agli obiettivi dei playoff. Questa strategia consente di mantenere la pressione evitando richieste eccessive.

“Citiamo anche la parola che inizia con la M. La parola che inizia con la M, è come nell’alfabeto, viene prima della parola che inizia con la P, ‘Playoffs’.”

“La M sta per ‘Mixe’. Martin St-Louis ha detto che prevede che l’anno prossimo il canadese sarà nella mischia. Essere nella mischia significa lottare per un posto nella serie.”

“Non significa essere nella serie. Significa avvicinarsi. Quanto è abile. Pressione, ma il meno possibile. Aggiungiamo manubri da 1 kg.”

Nel suo articolo la M sta per mordere. La penna del giornalista è spietata. Nonostante questo sviluppo, Laporte riconosce di restare attaccato alla sua squadra e di trovare piacere nelle prestazioni individuali di alcuni giocatori.

Celebra i momenti di brillantezza all’interno di una squadra in ricostruzione, esprimendo allo stesso tempo un tocco di disillusione per la trasformazione dei tifosi un tempo noti per le loro richieste.

“I tifosi canadesi sono stati a lungo considerati i più esigenti nel mondo dello sport. Oggi applaudono una squadra che finisce al 28esimo posto.”

Con una conclusione arrogante, Laporte augura il successo alle squadre impegnate nei playoff, lasciando però un pizzico di ironia sul futuro incerto del canadese e sulle responsabilità che i suoi dirigenti potrebbero assumersi in altri ambiti della Società.

“Gorton e Hughes sono grandi strateghi. Se riescono a ricostruire il CH, dovremmo pensare a loro per il nostro sistema sanitario, il nostro sistema educativo e il prossimo referendum.”

Sacro Laporte. Non parla mai per dire nulla. E quando decide di scrivere, spesso è tanto feroce quanto divertente.

I Montreal Canadiens sono diventati uno scherzo loro malgrado? Una parodia? In ogni caso Laporte si sta divertendo tantissimo con questa squadra che ancora fa parlare molto…in positivo o in negativo…

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