Aveva pagato un Rolex con monete d’oro false: è condannato a sei mesi con la condizionale e dovrà pagare alla vittima 13.600 euro

Aveva pagato un Rolex con monete d’oro false: è condannato a sei mesi con la condizionale e dovrà pagare alla vittima 13.600 euro
Aveva pagato un Rolex con monete d’oro false: è condannato a sei mesi con la condizionale e dovrà pagare alla vittima 13.600 euro
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Un residente di Montpellier è stato vittima di una truffa dopo aver messo in vendita questo prezioso orologio su Leboncoin. L’acquirente, comparso lunedì 29 aprile davanti al tribunale penale, è stato dichiarato colpevole.

Il 22 marzo un 42enne di Montpellier ha allertato la polizia della truffa di cui era appena stato vittima. Aveva venduto un orologio Rolex del valore di 13.000 euro, tramite il sito Leboncoin, a un privato che lo aveva pagato in monete d’oro. Soldi che aveva avuto cura di valutare in anticipo. Ma con un gioco di prestigio, l’acquirente aveva sostituito le monete placcate in oro con le monete vere.

Arrestato durante una seconda transazione

Ha allora deciso di tendere una trappola a quest’ultimo, offrendogli un secondo Rolex, alle stesse condizioni di vendita. Informata dell’operazione, la polizia ha poi arrestato l’individuo. Nato in Italia, di nazionalità croata, arrivato in Francia da pochi mesi e stabilitosi ad Avignone, ha negato di aver pagato l’orologio con monete false. Il giovane, indagato per truffa e tentata frode, è stato processato lunedì 29 aprile presso il tribunale penale.

Il suo avvocato, Me Vincent Paliès, deposita conclusioni di nullità. Come già avvenuto in occasione della comparizione immediata del suo assistito il 25 marzo, cita una denuncia di distruzione di monete presenti nel procedimento, e ricorda che i due sacchi di monete recuperati in Questura non sono stati sigillati solo al termine di questo primo udito. Denuncia la mancata tracciabilità delle prove. “Non sono sicuro che queste siano le monete d’oro sequestrate al mio cliente, quindi queste monete sono prove?”dice alla corte in un gioco di parole.

“Dire che non abbiamo prove e che le abbiamo inventate, no!”ribatte il pubblico ministero, pur ammettendo che era necessario recuperare il ritardo “la scarsa qualità della procedura”. “La proprietà di questi 46 pezzi è fuori dubbio.” Il rappresentante del pubblico ministero chiede di riunire l’episodio nel merito.

Un acquisto a beneficio di un amico, per 500€

Sul banco dei testimoni l’imputato si confronta con le diverse versioni fornite agli inquirenti sull’origine di questi documenti. “Un patrimonio”ha detto prima, prima di ammettere che è stato un amico a affidarglielo per acquistare il Rolex, per un compenso di 500 euro. “Che interesse ha a darti 500 euro per effettuare questa operazione per lui?”si chiede il presidente Alix Fredon. “Non era disponibile quel giorno”risponde tramite un interprete (parla in italiano).

Il presidente lo interroga poi sul suo strano atteggiamento durante l’esame dei pezzi in un negozio specializzato sul Boulevard du Jeu-de-Paume: “Perché prendi le monete dallo zaino una per una?” “Poiché non conoscevo la persona, non mi fidavo di lui.” Per la parte civile qui starebbe il gioco di prestigio. “Il sacchetto di monete dato al mio cliente non è quello presentato al negozio d’oro”, mi dice Amaya Florisiak. Chiede, a titolo di risarcimento, l’importo dell’orologio (poi rivenduto, secondo l’imputato): 13.600 euro, più 500 euro di danno morale.

Nessun elemento intenzionale, per la difesa

Per il pubblico ministero la truffa è caratterizzata. Prevede dodici mesi di reclusione con sospensione totale semplice per l’imputato incensurato, oltre all’obbligo di risarcire la vittima nella misura di 12.500 euro, entro sei mesi, pena cinque mesi di reclusione.

Me Paliès ammette il comportamento sospetto del suo cliente durante la perizia ma fa valere la sua buona fede al riguardo “questi pezzi che ritiene autentici, dopo l’analisi del commerciante”. Lui nega tutto “elemento intenzionale”. La Corte, dal canto suo, ritiene “una manovra caratterizzata”, dichiara colpevole l’imputato e pronuncia nei suoi confronti una pena detentiva di sei mesi con pena sospesa semplice e l’obbligo di risarcire alla vittima 13.600 euro entro due anni.

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