un nuovo metodo per rilevarlo 9 anni prima dei primi sintomi

un nuovo metodo per rilevarlo 9 anni prima dei primi sintomi
un nuovo metodo per rilevarlo 9 anni prima dei primi sintomi
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Perdita progressiva di memoria, disorientamento nel tempo e nello spazio, problemi di coordinazione e di capacità motorie… Anche se in Francia più di un milione di persone soffrono attualmente di demenza, non esiste una cura conosciuta per questa sindrome. E se fosse possibile prevedere con precisione la demenza quasi un decennio prima della comparsa dei primi sintomi?

I ricercatori della Queen Mary University di Londra (Regno Unito) hanno sviluppato un nuovo metodo di analisi in grado di prevedere il rischio di sviluppare demenza con una precisione superiore all’80% e fino a nove anni prima della diagnosi, spiegano in uno studio pubblicato sulla rivista Natura Salute Mentale il 6 giugno 2024. Questa tecnica si basa sul rilevamento dei cambiamenti cerebrali a livello della “default mode network” (MPD, o “default mode network” – DMN – in inglese).

Un metodo più accurato per diagnosticare la demenza

Questo lavoro, che si basa sull’analisi di MRI funzionali di oltre 1100 volontari elencati in un database britannico (UK Biobank), dimostrare che questo nuovo metodo di previsione lo è più accurati dei test di memoria o delle misurazioni del restringimento del cervello, due tecniche comunemente usate per diagnosticare la demenza.

“Prevedere chi soffrirà di demenza in futuro sarà fondamentale per sviluppare trattamenti in grado di prevenire la perdita irreversibile di cellule cerebrali che causa i sintomi”, assicura Charles Marshall, neurologo e direttore del gruppo di ricerca dietro questo lavoro, in un comunicato stampa.

La “rete in modalità predefinita”, ovvero quando il nostro cervello vaga

L’MPD è una rete che collega regioni del cervello (leggi il riquadro sotto) che si attivano quando non siamo impegnati in un particolare compito cognitivo. Concretamente, è quando il nostro cervello vaga e dà libero sfogo ai suoi pensieri.

Le regioni cerebrali che si attivano in modo sincrono per formare questa rete svolgono un ruolo essenziale nel corretto funzionamento della memoria, delle emozioni e dell’introspezione: la rete riflette il dinamismo e la reattività del cervello agli stimoli.

La “rete in modalità predefinita” è la prima rete neurale ad essere colpita dal morbo di Alzheimer.

La “rete in modalità predefinita”: più aree del cervello coinvolte

La rete mod[…]

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