Creditori e banche si accordano per rilevare e salvare Atos, pilastro tecnologico dei Giochi di Parigi

Creditori e banche si accordano per rilevare e salvare Atos, pilastro tecnologico dei Giochi di Parigi
Creditori e banche si accordano per rilevare e salvare Atos, pilastro tecnologico dei Giochi di Parigi
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Quest’ultimo colpo di scena potrebbe segnare l’epilogo di una lunga saga. Domenica 30 giugno i creditori obbligazionari e le banche di Atos hanno raggiunto un accordo per rilevare e salvare loro stessi il gruppo informatico in difficoltà.

L’accordo comporterà un aumento di capitale di 233 milioni di euro, un contributo da 1,5 a 1,675 miliardi di euro e una riduzione del debito di 3,1 miliardi di euro, secondo un comunicato stampa diffuso quattro giorni dopo dal consorzio guidato da Onepoint, il primo azionista Atos, inizialmente scelto per effettuare questa acquisizione, ha gettato la spugna.

Questo annuncio, fatto dal management di Atos, rafforza la speranza di una fine della crisi per il gruppo, pilastro tecnologico dei Giochi di Parigi di quest’estate e che conta circa 100.000 dipendenti in 69 paesi ma precipitato negli ultimi mesi nel caos.

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Ora spera di agire molto rapidamente per avviare le operazioni all’inizio di luglio, prima dei Giochi Olimpici. “Le operazioni di ristrutturazione verranno poi attuate nel corso della seconda metà del 2024 con l’obiettivo di concludersi effettivamente entro la fine del 2024 o nel corso del primo trimestre del 2025”specifica il gruppo.

Azionisti di maggioranza delle banche e degli obbligazionisti

Banche e obbligazionisti diventeranno quindi gli azionisti di maggioranza del gruppo: deterranno fino al 99,9% del capitale. L’aumento di capitale è comunque aperto agli attuali azionisti, che non vorrebbero vedere diluita la loro quota e potrebbero, se contribuissero, assicurarsi un massimo del 25,9% del capitale.

Un tempo fiore all’occhiello dell’informatica francese, il gruppo ha un debito colossale e lotta per la propria sopravvivenza. Gli ultimi giorni sono stati particolarmente movimentati, con l’imprenditore David Layani (Onepoint) che ha rinunciato a salvare Atos, in una svolta finale.

L’accordo raggiunto dovrebbe consentire di far uscire il gruppo dalla crisi finanziaria, per ottenere “entro il 2026” un rating creditizio « BB » e per garantirlo “Un importo minimo di liquidità di 1,1 miliardi di euro” fino al 31 dicembre 2026.

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Il mondo con l’AFP

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