Fino a 600 euro al mese: dal 1 luglio entra in vigore il “bonus pensione”.

Fino a 600 euro al mese: dal 1 luglio entra in vigore il “bonus pensione”.
Fino a 600 euro al mese: dal 1 luglio entra in vigore il “bonus pensione”.
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Allora, buon piano? Che cosa significa ? Innanzitutto, che le persone in età pensionabile possano decidere di non farlo, e beneficiare così di un “bonus pensionistico” per ogni giorno di lavoro in più, per un massimo di 3 anni. Un bonus netto esentasse. Il governo sta quindi utilizzando la carota per incoraggiare le persone ad andarsene più tardi, piuttosto che il tradizionale “bastone” di spostare l’età pensionabile legale, che spesso dà origine a polemiche.

Ma allora, è vantaggioso, quando la questione delle finanze pubbliche incruente è sulla bocca di tutti? E questo non penalizzerà l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, mentre nel Paese la disoccupazione nella fascia di età 15-24 anni resta superiore al 16%? Infine, è giusto per tutte le professioni?

Più di 600 euro al mese, in teoria

Quanto ai benefici per le finanze pubbliche, basti dire che le stime sono complesse: resta da vedere se i cittadini approfitteranno di questo bonus. Anche una grande “incognita”: l’importo a cui avranno diritto i cittadini.

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“Questo sistema (benefico) andrà forse a beneficio di più persone che avrebbero comunque continuato a lavorare Persone del settore terziario che sono in grado di farlo Non ci sarà un effetto di contrattazione?”

“Non possiamo ancora mostrarvi l’importo del vostro bonus pensionistico“, afferma Mypension.be (collegato al servizio pensionistico federale). Ma quest’ultimo dipenderà dall’importo della pensione. Questo dovrebbe essere di circa qualche centinaio di euro al massimo al mese in bonus. In totale, gli anziani potrebbero ricevere fino a 22.645 euro, esentasse, su tre anni, in teoria, ovvero più di 600 euro al mese lo stesso.

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Speriamo di poter mostrare l’importo del bonus al più tardi entro la metà del 2025. Un lavoro di qualità richiede tempo: le nostre simulazioni richiedono l’utilizzo di motori di calcolo reali e dati di carriera autentici“, precisa ancora il comunicato inviato da Mypension.be. Ovviamente, calcolare l’importo di questi bonus in relazione alla tua pensione attuale e alla tua situazione non è quindi così facile, anche con le stime iniziali…

L’idea che possiamo incoraggiare le persone a lavorare, se ne hanno le condizioni, è abbastanza buona. Questo risponde alle esigenze di chi vuole ancora continuare a lavorare e di chi può“, commenta l’economista Philippe Defeyt (anche lui membro di Ecolo). “Lo abbiamo sentito dire dal ministro delle pensioni (Karine Lalieux, PS, nota del redattore) non ha fatto nulla, ma la prova c’è, ci sono stati progressi“, scivola comodamente.

Chi può trarne beneficio?

È complicato per le persone stanche“, ribatte tuttavia subito Philippe Defeyt. “Questo sistema forse andrà a beneficio di più persone che avrebbero comunque continuato a lavorare. Persone del settore terziario che sono in grado di farlo. Non ci sarà un effetto manna qui? ?”, si chiede. “Cosa facciamo per chi è stanco e non avrà la possibilità di farlo? Non abbiamo risolto la questione della fatica e della fine della carriera“, sottolinea.

Per l’economista il bonus pensionistico è quindi una buona cosa, a patto che la possibilità teorica “legale” si estenda a una possibilità “reale”, nella pratica, per l’intera popolazione.

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Come ? Riducendo il tempo o il carico di lavoro delle persone alla fine della loro carriera in professioni difficili, reindirizzandole verso compiti più amministrativi o formativi. “Gli infermieri a fine carriera potrebbero beneficiare di una riduzione dell’orario di lavoro assistenziale per dedicare questo tempo al sostegno dei giovani o al lavoro d’ufficio“, spiega a sostegno della sua tesi. E come possiamo garantire ciò senza gravare sul lato amministrativo di questo tipo di procedure?”Certo, ci vuole impegno…”, ammette. “Ma possiamo adattare i compiti, non è impossibile“, prosegue. Da notare inoltre che le donne, che spesso hanno carriere più “frenetiche” e part-time, potrebbero non beneficiare allo stesso modo di questo bonus pensionistico (sia in termini di importo totale che di età minima alla quale entrano potrà richiederlo).Soprattutto perché spesso sono più numerosi, ad esempio, nel settore sanitario“, concorda l’economista.

Penalizzare i giovani?

Sorge un’altra domanda: mantenendo gli anziani nel mercato del lavoro, non stiamo forse bloccando alcuni punti di ingresso per i più giovani?

Questa è la grande domanda che spesso emerge quando ci avviciniamo a questo. È possibile che ciò rallenti in alcuni casi l’arrivo dei giovani. Ma in Belgio, con la carenza di manodopera in molti settori, la questione attualmente non si pone.”lui decide.

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