l’importanza di sviluppare le donazioni da viventi

l’importanza di sviluppare le donazioni da viventi
l’importanza di sviluppare le donazioni da viventi
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Il tasso di sopravvivenza a dieci anni per gli innesti da donatori viventi è del 72%, rispetto al 55% per quelli prelevati da persone decedute.

Questo articolo è tratto dalla rivista mensile Sciences et Avenir – La Recherche n°928, datato giugno 2024.

È possibile donare un rene o, più raramente, un lobo del fegato durante la vita. E addirittura auspicabile: il tasso di sopravvivenza a dieci anni per gli innesti da donatori viventi è del 72%, rispetto al 55% per quelli prelevati da persone decedute.

Un asse prioritario

Mentre aumenta il numero di pazienti in attesa di un trapianto di rene – nel 2022 sono stati registrati 5.260 nuovi pazienti e 3.377 trapianti di rene (ovvero 125 in più rispetto al 2021) – questa opzione è oggi una priorità per l’Agenzia di biomedicina, che spera di raggiungere un ritmo elevato del 20% dell’attività totale di trapianti nel 2026 (rispetto al 15% di oggi).

Difficoltà da superare

Ma le difficoltà generali di accesso alle sale operatorie – qui occorrono due sale operatorie vicine, disponibili nello stesso giorno – e la cronica carenza di personale infermieristico formato ne frenano purtroppo lo sviluppo.

Trovate questo articolo su sciencesetavenir.fr

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