Sfide sanitarie pubbliche nel Grande Mekong – L’Initiative | L’iniziativa

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In generale, dobbiamo posizionarci il più vicino possibile alle popolazioni più a rischio. Per la malaria si tratta di coloro che vivono vicino alle foreste. Per reagire al primo caso segnalato è necessario un sistema di sorveglianza estremamente sensibile: identificare il villaggio e garantire che tutta la popolazione interessata venga sottoposta al test, o addirittura curata, in modo che nessuno contragga la malaria e la trasmetta, per evitare che la malattia diminuisca nella regione sta crescendo di nuovo.

Per quanto riguarda la tubercolosi, le popolazioni più a rischio sono quelle più povere, i bambini e gli anziani, i prigionieri, i migranti e le persone affette da HIV-AIDS. Lo screening deve essere pianificato in queste popolazioni per trattare ciascun caso.

Quando si parla di HIV-AIDS, i gruppi più a rischio sono i lavoratori del sesso, gli uomini che fanno sesso con altri uomini, le persone transgender e le persone che si iniettano droghe. Dobbiamo essere al loro fianco per informarli e prevenirli, diagnosticarli e curarli. Anche lo screening di tutte le donne incinte è essenziale per evitare qualsiasi trasmissione al bambino.

Istituire un efficace sistema di sorveglianza e controllo è possibile, ma fa affidamento su una rete locale di medici, operatori sanitari e laboratori, il più vicino possibile alla popolazione. Sono necessari medici ben formati per individuare i segni clinici di ogni malattia, laboratori per condurre i test e sistemi informativi per riportare i dati a livello nazionale e internazionale.

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