Nuovi dati sulla prognosi di diversi sottotipi molecolari di cancro della vescica

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Un team dell’Institut Curie (CNRS UMR144 / Università della Sorbona) guidato dal professor Yves Allory e dai dottori Isabelle Bernard-Pierrot e François Radvanyi, ha recentemente dimostrato che l’evoluzione dopo il trattamento con chemioterapia neoadiuvante differisce a seconda del sottotipo molecolare del tumore nei pazienti con vescica cancro. Questi nuovi dati, pubblicati il ​​17 settembre 2024, sono stati ottenuti dai risultati della sperimentazione clinica VESPER e aprono la strada a nuove strade di ricerca fondamentale e clinica sui tumori della vescica.

Lo studio clinico VESPER, i cui risultati sono stati pubblicati nel 2022 e al quale hanno partecipato ricercatori dell’Institut Curie ed équipe francesi coordinati dai professori Pfister e dal professor Culine, ha portato a cambiamenti nella gestione dei tumori della vescica: infatti, la combinazione dei farmaci neoadiuvanti testati nello studio (metotrexato, vinblastina, doxorubicina e cisplatino a dosaggio denso) si sono rivelati più efficaci dell’altro protocollo finora comunemente utilizzato (gemcitabina e cisplatino).

“Data la robustezza dei risultati ottenuti durante questo studio, grazie al numero di pazienti e alla qualità dei campioni recuperati, abbiamo potuto utilizzarli per ulteriori analisi nella ricerca più fondamentale” spiega il professor Yves Allory, patologo del centro di medicina diagnostica e teranostica del Complesso Ospedaliero e ricercatore presso l’Unità di Biologia Cellulare e Cancro (CNRS UMR 144 / Università della Sorbona) del Centro di ricerca dell’Institut Curie.

Esistono diverse categorie di cancro alla vescica a livello molecolare, ma di cui non si è tenuto conto nello studio dell’efficacia dei trattamenti. È su questo punto che il team si è interrogato nel corso di questo nuovo studio. Hanno potuto dimostrare che, nonostante un miglioramento generale della prognosi dei tumori della vescica, la prognosi dei cosiddetti tumori “basiali” rimane sfavorevole.

“I nostri risultati mostrano che ci sono anche particolarità da tenere in considerazione a seconda dei sottotipi di cancro della vescica. Questi devono essere esplorati al fine di migliorare la prognosi e i trattamenti”.

L’équipe ha inoltre evidenziato la presenza di eterogeneità anche all’interno di alcuni tumori, rilevabile nei pazienti grazie a campioni di tessuto provenienti da diverse sedi, e anche questa eterogeneità dei tumori cosiddetti “misti” è una cattiva prognosi. La questione di questa eterogeneità e in particolare del suo ruolo nella resistenza al trattamento è presente in molti tumori, aprendo la strada a numerose collaborazioni con altri gruppi di ricerca. Il progetto proseguirà anche attorno allo sfruttamento di algoritmi che utilizzano l’intelligenza artificiale, per rilevare e fornire cure sempre migliori.

Riferimento: CS Groeneveld, J. Pfister, S. Culine, V. Harter, J. Krucker, J. Fontugne, V. Dixon, N. Sirab, I. Bernard-Pierrot, A. de Reyniès, F. Radvanyi, Y. Allory

Nello studio VESPER, i tumori della vescica basali/squamosi e di sottotipo misto presentano scarsi esiti dopo la chemioterapia neoadiuvante. Annali di oncologia (17 settembre 2024) doi : 10.1016/j.annonc.2024.09.008.

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