Seattle, Stati Uniti – Quando il mondo aveva bisogno di un vaccino per il Covid-19, i principali ricercatori sull’HIV hanno risposto all’appello per combattere la pandemia di coronavirus. Oggi si stanno riprendendo gli sforzi per scoprire il primo vaccino contro l’HIV.
“Il corpo è in grado di produrre anticorpi per proteggerci dall’HIV”, ha ricordato il dott. Yunda Huangdel Fred Hutchinson Cancer Center (Seattle, Stati Uniti), che ha parlato con il nostro collega di Medscape.com prima del suo intervento all’incontro annuale del Conferenza sui retrovirus e le infezioni opportunistiche (CROI) 2024.
Il dottor Huang ha discusso le strade della ricerca per ottenere una protezione con anticorpi neutralizzanti dopo che l’ultimo tentativo di sviluppare una generazione di vaccini contro l’HIV si è concluso con una delusione.
Gli ultimi due decenni hanno visto un aumento del numero di anticorpi ampiamente neutralizzanti contro l’HIV, con strategie vaccinali volte a indurli. Gli approcci alla linea germinale e le tecnologie dell’mRNA e delle nanoparticelle rappresentano progressi promettenti.
La sperimentazione del vaccino PrEP che testa due regimi sperimentali di prevenzione in Africa, tuttavia, è stata interrotta dopo che gli scienziati hanno affermato che c’erano “poche o nessuna possibilità” che la sperimentazione dimostrasse che i vaccini fossero efficaci.
In ogni momento potremmo imbatterci in qualcosa che cambia tutto
Dottor Yunda Huang
Mantieni la speranza e impara dai fallimenti e dai successi…
Il problema dell’HIV è il suo gioco a nascondino. Quando i pazienti sono in grado di produrre anticorpi contro il virus, questo muta per sfuggirgli.
Tuttavia, il dottor Huang e altri ricercatori sono ottimisti sul fatto che un vaccino efficace sia ancora possibile.
“Non possiamo perdere la speranza che il mondo disponga di un vaccino efficace contro l’HIV, accessibile a tutti coloro che ne hanno bisogno, ovunque si trovino”, ha affermato Birgit Poniatowskidirettore esecutivo della International AIDS Society (IAS), in una dichiarazione rilasciata a dicembre, quando la sperimentazione del vaccino PReP fu interrotta.
Con nuove persone infette ogni giorno in tutto il mondo, la dottoressa Huang afferma di sentire un senso di urgenza nell’aiutare. “Penso a tutte le persone in tutto il mondo e alle tante giovani ragazze che vengono danneggiate, e so che il nostro grande pool di talenti può intervenire per cambiare ciò che vediamo accadere. »
Secondo il dottor Huang, i fallimenti degli studi clinici osservati finora contribuiranno a guidare i prossimi passi nella ricerca sull’HIV, così come i successi.
Quali progressi?
Con progressi significativi nella scienza delle nanoparticelle proteiche PNP (che possono trasportare più antigeni e/o adiuvanti), nella tecnologia dell’mRNA, nello sviluppo di adiuvanti e nell’analisi di linfociti B e anticorpi, è in corso una nuova ondata di studi clinici.
Con così tanti nuovi approcci, la rete di sperimentazione del vaccino contro l’HIV sta riorganizzando il modo in cui opera per orientarsi in un settore in crescita e identificare i regimi più promettenti.
Un nuovo programma Discovery Medicine aiuterà la rete a valutare nuovi candidati vaccini. Cercherà anche di escludere gli altri prima.
Per il Covid-19 e l’influenza, le nanoparticelle multimeriche costituiscono un’importante alternativa allo studio, che potrebbe essere adattata anche all’HIV.
La dottoressa Huang afferma di essere particolarmente entusiasta di seguire i progressi dei cocktail monoclonali combinati. “Lavoro in questo campo da 20 anni e c’è l’errata convinzione che con la profilassi pre-esposizione il nostro lavoro sia finito, ma il problema dell’HIV è lungi dall’essere risolto. »
Ma non si sa mai, sottolinea. Con la nuova ricerca “in qualsiasi momento potremmo imbatterci in qualcosa che cambia tutto”.
Questo articolo è stato tradotto da Medscape.com utilizzando più strumenti editoriali, inclusa l’intelligenza artificiale, nel processo. Il contenuto è stato visionato dalla redazione prima della pubblicazione.
