Saïd Aït Mahdi, presidente del Coordinamento delle vittime del terremoto di Al Haouz, in custodia cautelare dal 23 dicembre, è stato processato per “diffamazione, offesa e pubblicazione di false accuse volte a violare la privacy”.
Gli altri tre imputati, facenti parte dello stesso Coordinamento, sono stati processati in libertà per “insulti a pubblico ufficiale”.
“Il tribunale di primo grado di Marrakech ha condannato Saïd Aït Mahdi a tre mesi di carcere e ha scagionato gli altri tre“, ha detto all’AFP uno dei loro avvocati, Mohamed Nouini.
Aït Mahdi è inoltre condannato a risarcire 10.000 dirham a ciascuna delle parti civili, secondo Me Nouini che intende ricorrere in appello.
Secondo l’avvocato la causa si fonda su “denunce di funzionari locali a seguito di post sui social media che consideravano offensivi”.
La provincia di Al Haouz, a sud di Marrakech, è stata una delle più colpite dal terremoto di magnitudo 6,8 che ha colpito la regione nel settembre 2023, provocando quasi 3.000 morti e 5.600 feriti.
Il terremoto ha danneggiato quasi 60.000 case, in particolare nell’Alto Atlante, costringendo molti sopravvissuti a vivere per mesi in tende.
Da allora il Coordinamento delle vittime ha condotto una campagna per accelerare la ricostruzione e gli aiuti alle famiglie delle vittime.
Le autorità marocchine hanno assicurato all’inizio di dicembre di aver rilasciato 57.000 permessi di ricostruzione e che più di 35.000 case sono state ricostruite o sono in fase di ricostruzione, secondo l’ultimo rapporto ufficiale.
Era stato stanziato un programma di aiuti da 11 miliardi di euro per la ricostruzione e lo sviluppo socioeconomico delle sei province colpite dal sisma, nell’arco di cinque anni.
Alle famiglie delle vittime sono già state versate rate per un valore di oltre 700 milioni di euro per aiutarle a ricostruire le loro case.