Gli Stati Uniti dovranno fare a meno del gallio, del germanio e dell’antimonio cinesi

Gli Stati Uniti dovranno fare a meno del gallio, del germanio e dell’antimonio cinesi
Gli Stati Uniti dovranno fare a meno del gallio, del germanio e dell’antimonio cinesi
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Nuova escalation tra Cina e Stati Uniti. In seguito alla decisione americana di limitare le vendite di componenti utili all’industria cinese dei semiconduttori, Pechino attiva l’arma del gallio, germanio e antimonio: ora è vietata ogni esportazione verso gli Stati Uniti. Una misura che potrebbe penalizzare l’economia americana.

D’ora in poi ogni acquisto americano di gallio, germanio e antimonio cinese destinati al duplice uso (civile e militare) sarà soggetto ad autorizzazione. Gli ordini chiaramente destinati ad uso militare sono vietati da Pechino. La Cina cita questioni di “ sicurezza nazionale ”, questo era anche ciò che già lo scorso anno aveva motivato l’istituzione di controlli rafforzati su queste materie prime.

Se queste nuove restrizioni dovessero durare, potrebbero avere un impatto significativo sugli Stati Uniti in alcune aree strategiche: secondo l’American Geological Survey (USGS), la Cina produce oltre il 90% del gallio mondiale, il resto proviene dal Giappone, Russia, Corea del Sud e Ucraina. Fornisce inoltre l’80% di germanio.

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Ultra-dipendenza dalla Cina

Anche la Cina domina il mercato dell’antimonio, anche se la sua produzione è diminuita significativamente (quota di mercato del 37,5%, secondo Ufficio francese di ricerche geologiche e minerarie — la sua influenza va oltre i suoi confini, perché troviamo altrove, in Tagikistan per esempio, compagnie minerarie a capitale cinese e quindi particolarmente sensibili alle decisioni di Pechino.

I tre metalli o metalloidi presi di mira hanno la particolarità di essere sottoprodotti dell’estrazione di altre materie prime. La loro catena produttiva è quindi particolarmente vulnerabile nonostante siano diventati strategici per la produzione di pannelli solari, fibre ottiche, semiconduttori, radar e perfino ritardanti di fiamma.

« A differenza dell’Europa, gli Stati Uniti hanno una vera politica per lo stoccaggio dei materiali critici. », ricorda un esperto del settore, che permetterà loro di far fronte immediatamente, ma quanto potrà resistere l’industria americana senza la Cina?

Un duro colpo per l’industria dei semiconduttori

In un rapporto pubblicato a metà ottobregli esperti dell’USGS hanno esaminato la questione. Hanno tentato di quantificare gli effetti sull’economia americana di possibili interruzioni nella fornitura di gallio e germanio in particolare.

Secondo il documento, una restrizione completa e simultanea da parte della Cina su gallio e germanio potrebbe comportare un calo del PIL statunitense di 3,4 miliardi di dollari. Uno scenario oggi più reale che mai, a cui si aggiunge il costo di maggiori restrizioni sull’antimonio, la cui esportazione è già strettamente controllata da metà settembre.

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