Un altro caso che apre la strada a tale ricorso, “la fornitura di territorio e risorse per l’aggressione contro la Russia”, prosegue il testo firmato da Vladimir Putin.
In un contesto di intensificazione degli attacchi mortali e distruttivi delle truppe di Mosca in Ucraina, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, pochi giorni fa, ha dato il via libera a Kiev per l’uso di missili americani sul territorio russo, ha confermato all’AFP un funzionario americano.
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I termini esatti di questa autorizzazione, che non è stata annunciata ufficialmente da Washington, restano però sconosciuti.
Secondo quanto riportato dai media, il via libera americano potrebbe limitarsi agli attacchi contro la regione russa di Kursk, parzialmente controllata dall’esercito ucraino e dove sarebbero schierate le truppe nordcoreane.
Kiev chiedeva da molti mesi l’autorizzazione per utilizzare missili a lungo raggio contro la Russia. Vladimir Putin ha esplicitamente avvertito a metà settembre che una tale decisione significherebbe che “i paesi della NATO sono in guerra con la Russia”.
Ha poi affermato che il suo Paese potrebbe ricorrere alle armi nucleari in caso di “lancio massiccio” di aerei, missili o droni contro il suo territorio.
Dall’inizio del conflitto in Ucraina nel febbraio 2022, Putin ha parlato apertamente e freddamente del possibile utilizzo delle armi nucleari.
La Russia ha schierato armi nucleari tattiche nell’estate del 2023 alla Bielorussia, il suo più stretto alleato, che a maggio ha anche annunciato un’esercitazione sincronizzata con Mosca per controllare i suoi lanciatori di armi nucleari tattiche.