Béni Mellal-Khénifra: una resa di oltre 59mila tonnellate di mele nel 2023

Béni Mellal-Khénifra: una resa di oltre 59mila tonnellate di mele nel 2023
Béni Mellal-Khénifra: una resa di oltre 59mila tonnellate di mele nel 2023
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Martedì 19 novembre 2024 alle 19:41

Béni Mellal – Nel 2023, nella regione di Béni Mellal-Khénifra, sono state prodotte in totale 59.800 tonnellate di mele, secondo i dati dell’Ufficio regionale per lo sviluppo agricolo di Tadla (ORMVAT).

Nonostante l’irregolarità delle precipitazioni che ha gravemente danneggiato il settore delle mele durante la scorsa campagna, questo settore è riuscito a mantenere una produzione stabile e di qualità, in particolare nel comune montuoso di Ait Bouguemez ad Azilal, la più grande base di produzione di mele a livello regionale dalla stessa fonte.

Occupando una superficie di 2.990 ettari, la filiera della mela è riuscita a mantenere il suo equilibrio grazie soprattutto all’estensione della superficie coltivata in zone montagnose e agli sforzi compiuti nel quadro del progetto di sviluppo rurale della montagne dell’ Atlante.

Secondo la stessa fonte, nella regione sono stati piantati 238 ettari di meli e attrezzati un’unità di produzione di succo di mela e aceto e un’altra unità di refrigerazione con energia fotovoltaica, oltre all’acquisizione di 4 generatori antigrandine per la protezione di frutteti.

Sono state inoltre create, formate e attrezzate tre squadre di professionisti (Coop Tamaste Lilkhadamat El Filahiya, Coop Al Amal Lilkhadamat El Filahiya, Coop Ouawmdante) specializzate nella manutenzione dei frutteti nonché nella consegna di 35.000 casse di plastica e 2.175 pallet di legno per attrezzature per la Unità di valorizzazione della mela ad Aït Bouguemez, secondo la stessa fonte.

Per quanto riguarda le azioni realizzate nel quadro del Plan Maroc Vert (pilastro II), queste riguardano l’attrezzatura di tre pozzi e di un pozzo con pompaggio solare per l’irrigazione dei perimetri delle piantagioni.

La coltivazione delle mele rappresenta anche una fonte di occupazione diretta e indiretta nelle zone rurali della regione in quanto consente a molte famiglie della regione di diversificare le proprie fonti di reddito, offrendo lavoro durante la fase di semina, raccolta, trasformazione (succo, aceto, ecc.) .) e la commercializzazione delle mele, conclude l’ORMVAT.

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