Il campus dell’ULB occupato dagli studenti per denunciare il “genocidio in corso a Gaza”: “Questa è la nostra ultima risorsa”

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Da martedì mattina gli studenti occupano un edificio a Solbosch, presso la Libera Università di Bruxelles. Il loro obiettivo: denunciare il “genocidio in corso a Gaza” e chiedere alle autorità dell’ULB di interrompere “immediatamente e inequivocabilmente ogni forma di collaborazione con le istituzioni accademiche e le imprese sioniste che partecipano all’oppressione sistematica del popolo palestinese”.

Dalle 10:00 bandiere palestinesi e gruppi di studenti hanno cominciato ad affollare la pianura K, di fronte all’edificio B. È qui che un centinaio di studenti hanno deciso di stabilirsi fino a nuovo avviso. La mobilitazione fa eco al movimento volto a occupare le università di tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti.. “Chiediamo all’ULB di interrompere tutte le partnership e tutti i legami con le università e le aziende sioniste”spiega uno degli organizzatori di questo movimento a Bruxelles. “Sono mesi e mesi che portiamo avanti azioni e proteste ma nulla è cambiato. Questa è la nostra ultima risorsa. Imploriamo l’università di accettare di interrompere ogni collegamento con questi istituti”. Tra questi “istituti” figura anche la Thales, un gruppo specializzato in elettronica per l’aerospaziale e la difesa. Gli studenti manifestanti chiedono anche maggiore trasparenza all’ULB sui suoi collegamenti con Israele.

Intorno alle 20 è previsto un raduno un po’ più numeroso per protestare contro la minaccia di espulsione dal rettorato. La direzione potrebbe venire sul posto la sera per discutere con gli studenti.

Studenti che hanno ricevuto sostegno da altri gruppi studenteschi, ma anche da professori. Studenti belgi che potrebbero restare finché le loro richieste non saranno ascoltate, ma soprattutto applicate.

Contro “l’oppressione sistematica del popolo palestinese”

“Dopo più di sette mesi di genocidio e 76 anni di nakba ininterrotta, la comunità studentesca si unisce in un movimento di solidarietà e convergenza”ha spiegato “l’università popolare di Bruxelles” in un comunicato stampa.

Il movimento studentesco esige che le autorità dell’ULB “Interrompiamo immediatamente e inequivocabilmente ogni forma di collaborazione con le istituzioni accademiche e le imprese sioniste che partecipano all’oppressione sistematica del popolo palestinese in Palestina”.

Alla prima, quella di savo, si aggiungono altre due istanzeir “trasparenza riguardo a qualsiasi legame di collaborazione che l’università mantiene con Israele, nonché l’immediata cancellazione della visita dell’ex ambasciatore israeliano (in Francia, ndr) – invitato dal rettore dell’ULB, Annemie Schaus – nel nostro campus durante una conferenza il 3 giugno”ha spiegato uno studente dell’ULB.

“Mentre l’esercito israeliano bombarda Rafah e si prepara a invaderla, si abbatte un’intensa repressione sulle occupazioni dei campus universitari, in particolare negli Stati Uniti e in Francia. Affermiamo tutto il nostro sostegno ai nostri compagni e consideriamo la reazione delle università e degli Stati occidentali come un atto di solidarietà di quest’ultimo al progetto coloniale israeliano”ha sottolineato il movimento studentesco in un comunicato stampa.

La manifestazione dell’ULB ha occupato il campus del conflitto israelo-palestinese

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