da 3 a 30 anni di reclusione penale per 13 imputati

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da 3 a 30 anni di reclusione penale per 13 imputati
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Quindici persone sono state processate dalla corte d’assise delle Bouches-du-Rhône per l’assassinio di due membri del bandito corso nel dicembre 2017. Due di loro sono state assolte.

La “mente” dell’assassinio di due membri del banditismo corso nel 2017 a Bastia-Poretta è stata condannata questo venerdì, 28 giugno a 30 anni di carcere e una “scimmia” a 23 anni, al termine di un processo in cui i principali imputati rifiutato di apparire.

Per i procuratori generali “tutto torna” a Christophe Guazzelli, presentato come il “capomastro”, “l’esecutore testamentario”, “l’organizzatore”, “l’anima di questo progetto criminale” che porterà il fratello Richard a vendicare la loro padre Francesco, assassinato nel 2009, hanno deciso chiedendo contro di lui l’ergastolo.

Il 5 dicembre 2017, intorno alle 11:20, Jean-Luc Codaccioni e Antoine Quilichini, due membri del banditismo corso, sono stati bersaglio di una sparatoria nel parcheggio dell’aeroporto di Bastia. Antoine Quilichini è morto sul colpo. Jean-Luc Codaccioni, detenuto del carcere di Borgo di ritorno da una licenza a Parigi, morì sette giorni dopo.

Sette anni dopo, 13 dei 15 imputati furono giudicati colpevoli dalla corte d’assise delle Bouches-du-Rhône. Due sono stati assolti, Joseph Menconi e François Marchioni, contro i quali la procura generale aveva chiesto sei anni di carcere e 15 anni di reclusione penale.

Accusato indifeso

In questo processo sono state inflitte condanne che vanno da tre anni di reclusione – compreso un anno con la sospensione condizionale – a 30 anni di reclusione penale con 20 anni di sicurezza. Fatto rarissimo: i principali imputati si erano rifiutati di comparire e avevano sfidato i propri avvocati, non avendo quindi alcuna difesa.

Cathy Châtelain, Sénéchal divorziata, guardia carceraria del carcere corso di Borgo, che ha ammesso la sua partecipazione a questi omicidi, è stata condannata a 23 anni di reclusione penale.

Quello la cui storia ha ispirato il film Borgorilasciato lo scorso aprile, è anch’esso soggetto all’interdizione definitiva dal servizio pubblico – cosa che lo ha fatto sorridere -, al controllo socio-giudiziario per cinque anni e al divieto di soggiorno in Corsica per dieci anni, proprio come i principali protagonisti di quest’ultimo frase.

Presente nel palco per ascoltare il verdetto dopo settimane di rifiuto a comparire, è stata autorizzata dal presidente a baciare una delle sue figlie che non vedeva da diversi anni.

Contro Riccardo Guazzelli, presentato come “l’autista” il giorno dei fatti, è stata pronunciata una condanna a 25 anni di reclusione penale di cui 16 anni di sicurezza.

Jacques Mariani, detenuto all’epoca dei fatti e già detenuto da oltre 38 anni, è stato condannato a 10 anni di reclusione. I suoi avvocati hanno già annunciato ricorso in appello. Ange-Marie Michelosi, accusata di aver “rubato” il “fungo”, è stata condannata a 25 anni di reclusione penale, di cui 15 anni di sicurezza.

“Ravvivare” la “Brezza Marina”

Secondo l’accusa, l’obiettivo dei fratelli Guazzelli, Ange-Marie Michelosi e Jacques Mariani era quello di vendicare la morte dei loro padri, fondatori della “Brise de Mer” o membri del banditismo della Corsica-du-Sud, la cui morte sono tutti riconducibili al clan avversario oggi guidato da Jean-Luc Germani.

Avrebbero voluto “rilanciare” anche i “Sea Breeze”, questa storica banda criminale. Questo scenario si basa sull’abilità degli investigatori che sono riusciti a decifrare “telefoni ritenuti inviolabili” e i messaggi “cruciali” in essi contenuti e che fanno luce sul “ruolo svolto da ciascuno nella realizzazione del complessivo progetto criminale”.

Avrebbero voluto “rilanciare” anche i “Sea Breeze”, questa storica banda criminale. Questo scenario si basa sull’abilità degli investigatori che sono riusciti a decifrare “telefoni ritenuti inviolabili” e i messaggi “cruciali” in essi contenuti e che fanno luce sul “ruolo svolto da ciascuno nella realizzazione del complessivo progetto criminale”.

“Ho fatto fuori due padrini”, ha affermato Christophe Guazzelli in uno di questi messaggi decifrati dagli investigatori.

In un criptico scambio con Jacques Mariani, Christophe Guazzelli spiega di aver sparato “alla testa” a uno dei due, prima di affermare: “Ho restituito alla brezza tutta la sua potenza…”, “ho preso in mano le cose, ho dato tua forza” (sic).

“Sei il mio idolo”, “vendicati tutto e subito”, risponde Jacques Mariani, assicurando in un altro messaggio: “siamo in guerra e la vinceremo”. Una vendetta che non sembra essere finita. Dopo questo duplice omicidio, almeno cinque parenti degli accusati sono morti di morte violenta.

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