RUAG metterà a punto 4 aerei da caccia F-35A in Svizzera

RUAG metterà a punto 4 aerei da caccia F-35A in Svizzera
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RUAG metterà a punto 4 aerei da caccia F-35A in Svizzera

Inserito oggi alle 17:11

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RUAG ha ottenuto il via libera dalla Confederazione per la produzione finale di quattro dei 36 aerei da combattimento americani F-35A in Svizzera, ha annunciato martedì il gruppo d’armi. La Svizzera romanda beneficerà di questi accordi compensativi per circa 100 milioni di franchi.

Le operazioni compensative più importanti per il futuro dell’azienda sono così assicurate, si compiace RUAG in un comunicato stampa. L’Ufficio federale della difesa (armasuisse) ha autorizzato preventivamente la RUAG per il progetto «RIGI».

Nell’ambito della firma del contratto per l’acquisto dei 36 aerei nel settembre 2022, il produttore americano Lockheed Martin si è impegnato in cambio a risarcire il 60% del valore del contratto, ovvero quasi tre miliardi di dollari, attraverso accordi compensativi conclusi con aziende svizzere .

“Questo progetto è estremamente importante per RUAG, perché è l’unico modo per l’azienda di acquisire tempestivamente una conoscenza approfondita dell’F-35 e di sviluppare le capacità necessarie. RUAG intende sfruttare questa sfida come un’opportunità per diventare un fornitore regionale nell’ambito della soluzione di supporto europea per l’F-35″, si legge nel comunicato stampa.

Test in Svizzera

L’assemblaggio finale e il collaudo di quattro velivoli verranno effettuati presso RUAG in Svizzera, dopo una formazione specifica e con il supporto tecnico di Lockheed Martin. Non si tratta di un progetto di produzione, ma di un progetto di trasferimento di tecnologie e know-how, precisa ancora il gruppo che fa capo alla Confederazione.

Una volta completato l’assemblaggio, gli aerei verranno trasportati in aereo presso il sito di produzione dell’F-35 gestito da Leonardo a Cameri, in Italia, per l’accettazione finale, scrive armasuisse.

500 milioni

Dopo la conclusione del contratto tra le due società e l’approvazione definitiva da parte di armasuisse, il progetto verrà iscritto nel registro delle questioni di compensazione di armasuisse. Il valore dell’attività offset diretta di questo progetto ammonta a quasi 500 milioni di franchi svizzeri.

Per la realizzazione del progetto RUAG prevede di impiegare circa 100 persone. L’impresa si impegna a far arrivare il 40% del personale necessario dalla Svizzera romanda, spiega armasuisse.

Inoltre RUAG si impegna a creare valore e ad investire nella Svizzera romanda fino al 2034. E questo fino al 20% del valore commerciale compensativo del progetto, ovvero circa 100 milioni di franchi.

Preoccupazioni

Quest’ultimo punto aveva creato preoccupazioni nella Svizzera romanda. L’anno scorso tutti i parlamentari federali di Vaud e Friburgo hanno inviato una lettera alla ministra della difesa Viola Amherd per chiedere un riequilibrio dei posti di lavoro, in modo che anche la base aerea di Payerne ne tragga vantaggio. Il consigliere federale ha poi assicurato che Payerne non sarà dimenticato.

Ha dovuto anche affrontare le preoccupazioni sollevate dalla questione dell’inquinamento acustico causato dall’F-35. Secondo le analisi del Dipartimento della Difesa (DDPS), questi disturbi saranno leggermente superiori a quelli attuali nella zona di Payerne, mentre l’esposizione al rumore non cambierà o addirittura diminuirà a Emmen (LU) e Meiringen (BE), le altre due zone basi interessate.

Molteplici polemiche

La Svizzera ha acquistato dalla Lockheed Martin 36 aerei F-35 per un importo di sei miliardi di franchi. La loro consegna è prevista tra il 2027 e il 2030 e sostituiranno l’attuale flotta di F/A-18 Hornet e F-5 Tigers.

Questa scelta ha creato molteplici polemiche dal 2021. A sinistra e a destra, alcune voci hanno deplorato la scelta di un aereo americano che renderebbe la Svizzera tecnologicamente dipendente dagli Stati Uniti. Altri hanno criticato i molteplici ritardi e problemi tecnici riscontrati con questo dispositivo in altri paesi, annunciando probabili costi aggiuntivi.

Il comitato direttivo del Consiglio nazionale ha criticato anche il fatto che il DDPS e il Consiglio federale non abbiano tenuto conto degli aspetti di politica estera nelle loro decisioni. Il Consiglio federale ha poi respinto queste critiche.

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