Voto di preferenza al Parlamento di Bruxelles: un successo, dubbi sollevati e ministri sanzionati

Voto di preferenza al Parlamento di Bruxelles: un successo, dubbi sollevati e ministri sanzionati
Voto di preferenza al Parlamento di Bruxelles: un successo, dubbi sollevati e ministri sanzionati
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Al di là della vittoria del MR in termini di punteggio complessivo, ora sono disponibili i voti di preferenza dei candidati. Sono decisivi per diverse ragioni: fanno la differenza, per molti candidati, tra un’elezione e un fallimento, e aiutano a stabilire la credibilità politica di un funzionario eletto.

La MR ottiene una vittoria spettacolare nella Regione di Bruxelles, l’Ecolo crolla

Chi sono i vincitori?

Il PS potrebbe essere stato nel complesso superato dal MR, in termini di punteggio personale, è in testa alla lista socialista Ahmed Laaouej che ha prevalso nella capitale, con 24.978 voti. Si tratta di quasi 8.000 voti in più rispetto a Rudi Vervoort nel 2009. Un record da Charles Picqué nel 2009 (37.000 voti). Ciò potrebbe contare in sede di negoziato, poiché il PS rischia di essere difficile da aggirare nella Regione di Bruxelles.

Questa è la lezione del giorno dopo le elezioni: la campagna del PS di Bruxelles, anche se pesantemente criticata per i suoi toni comunitari, si è rivelata più efficace di quella condotta in Vallonia da Paul Magnette. Probabilmente ha permesso al PS di rimanere relativamente stabile.

Karine Lalieux, Anche la ministra delle Pensioni, molto attiva nel sud di Bruxelles durante la campagna elettorale, si è comportata relativamente bene, ottenendo il 6° punteggio nella Regione con 11.410 voti.

Sempre dalla parte socialista, Nawal Ben Hamou, pur essendo 4° in graduatoria, ottiene il 3° punteggio in graduatoria e il 7° tra tutti i partiti sommati. I suoi cinque anni come Segretario di Stato per l’Edilizia, nonché un’efficace campagna sul campo, gli hanno permesso di affermare una certa popolarità all’interno della Regione.

A PTB, Françoise De Smedt (16.737) e la nuova arrivata Soulaimane El Mokadem (14.861), che sostituisce Youssef Handichi, hanno entrambe ottenuto punteggi impressionanti.

David Leisterh molto più avanti di Hadja Lahbib

Alla MR, David Leisterh tolse i dubbi che esistevano riguardo alla sua mancanza di notorietà. Durante la campagna elettorale alcuni hanno ventilato la possibilità che Hadja Lahbib, secondo nella lista regionale, ottenga il miglior punteggio liberale. Non è stato così, tutt’altro. David Leisterh ottiene 20.315 voti, il secondo risultato a Bruxelles in termini di preferenze, sommando tutti i partiti.

Lahbib Hadja, Ministro degli Affari Esteri, ottiene il secondo punteggio, con 11.571 voti, e il 5° tra tutti i partiti.

Altre performance degne di nota, sempre alla MR, includono la colonna sonora diAnne-Charlotte d’Ursel (8.8867 voti), ma ancheArianna de Lobkowicz (5.785 voti), disertrice di Défi, che ha vinto il suo seggio di vice nonostante fosse solo al 25° posto.

Eleonora Simonetfiglia dell’ex ministro presidente di Bruxelles, ha sorpreso anch’essa aggiudicandosi un seggio, nonostante fosse al penultimo posto della lista.

Finalmente, Vincent DeWolf viene rieletto in difficoltà, dall’ultimo posto della lista. Il suo punteggio potrebbe permettergli di rivendicare la carica di presidente del Parlamento di Bruxelles, alla quale aspira.

Nel ruolo fiammingo, Elke Van den Brandt (Verde) è acclamata dagli elettori, poiché ottiene 8.361 voti. Questo è il punteggio più grande, da parte di lingua olandese.

Lei anticipa la sorpresa Fouad Ahidar (7.602 voti), leader del Team Ahidar, la cui lista ha inaspettatamente conquistato 3 seggi.

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Chi sono i perdenti?

Il Ministro Presidente di Bruxelles, Rudi Vervoort (PS), sembra chiaramente sancito dall’elettore. Everois ha ottenuto solo 5.466 voti, nonostante un buon terzo posto nella lista socialista. Questo è significativamente inferiore a Nawal Ben Hamou, sebbene posizionato dietro di lui, e cinque volte inferiore a Ahmed Laaouej. Questo punteggio personale, unito al primo posto del MR, rischia di indebolire Rudi Vervoort nella sua ambizione di occupare il trespolo di Bruxelles, a cui punta anche Vincent De Wolf.

Alain Maron superato da Barbara Trachte

Il punteggio diAlain Marón, leader ambientalista del governo di Bruxelles, sembra chiaramente un voto sanzionatorio. Il ministro dell’Ambiente di Bruxelles ha ricevuto solo 2.775 voti. Si tratta di un risultato nettamente inferiore a quello della collega di governo Barbara Trachte, benché posizionata dietro di lui nella lista (5.343 voti), e perfino a quello di Margaux De Ré (3.443 voti), che ha salvato il suo posto grazie al suo punteggio personale.

Nonostante un punteggio personale corretto, è in testa alla classifica Ecolo Zakia Khattabi (8.381) non è riuscita a spingere sufficientemente in cima la lista degli ambientalisti.

John Pitseys, capogruppo al Parlamento di Bruxelles, ottiene poco più di 1.000 voti e perde il seggio.

A Défi, Bernard Clerfayt si prende anche uno schiaffo elettorale. Il suo punteggio personale nel 2019 è praticamente diviso per tre e riceve solo 5.976 voti.

Dietro di lui, Joëlle Maison (3.151 voti) e Fabian Maingain (2.929 voti) hanno fatto onore. Nessun altro candidato supera i 2.000 voti di preferenza.

Emanuele De Bock, nonostante fosse leader del gruppo Défi al Parlamento di Bruxelles, non è riuscito a farsi eleggere. Posto molto indietro nella lista (25°), ha ottenuto solo 915 voti…

Ultima in classifica, Cécile Jodogne è riuscita comunque a conquistare un posto.

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