“Si tratta di una tendenza estremamente preoccupante”: il PS traccia un’amara constatazione all’indomani delle elezioni

“Si tratta di una tendenza estremamente preoccupante”: il PS traccia un’amara constatazione all’indomani delle elezioni
“Si tratta di una tendenza estremamente preoccupante”: il PS traccia un’amara constatazione all’indomani delle elezioni
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La sua più bella lingua di legno. Elio Di Rupo usa una retorica sfuggente per qualificare i risultati delle elezioni federali e regionali di domenica 9 giugno, arrivando al quartier generale socialista, situato in Boulevard de L’Empereur, a Bruxelles. Domenica storicamente delicata per il PS, soprattutto in Vallonia dove probabilmente dovrebbe essere detronizzato dal MR. Dopo aver corso, secondo alcuni osservatori, dietro al voto comunitario e al PTB, può candidarsi per le veline. I liberali sfiorano infatti il ​​30% in Vallonia (contro il 22,5 dei socialisti) e il 26% a Bruxelles (contro il 22 del PS).

Il concetto di gioia è molto privato, sai… Non mescoleremo tutto…”, dice il ministro-presidente vallone a fine mandato, visibilmente molto teso, quando gli diciamo che non sembra essere “gioia”. “È intontito”, sentiamo nei dintorni. Con un sorriso tirato si rivolge alle televisioni nazionali che accorrono anche da lui: “Ciò che è importante è che siamo in un sistema democratico. Ci sono state le elezioni e i risultati, i leader politici devono assumersi le proprie responsabilità”, prova, con un sorriso forzato. La bestia politica non vuole mostrare il suo disappunto ma lo lascia vedere.

gabbiano

“I politici devono assumersi le proprie responsabilità”.

Attivisti che nascondono il volto?

Gli attivisti del PS presenti al quartier generale ripetono, per molti, di restare fiduciosi. “Rimaniamo ben posizionati a Bruxelles e in Vallonia”. “Ma sconvolge le ghiandole”, ha detto uno di loro durante i primi risultati significativi ad inizio serata.

E mentre fuori dal quartier generale i gemelli si confondono con le sigarette arrotolate, e all’interno gli abiti si confondono con le t-shirt, entra finalmente in scena Paul Magnette. 21:30 in punto.

scusa per l’attesa”, esordisce con una sicurezza che riesce comunque a unire i socialisti presenti sul posto. “Ciò che osserviamo è che a Bruxelles il PS resiste (a differenza di Ecolo e Défi che si tuffano, ndr)”, esordisce, prima di un applauso che non vuole stare zitto ad ascoltare il resto. “Ma in Vallonia esiste una tendenza, che va riconosciuta, verso l’erosione dei nostri risultati […] e una chiara crescita dei partiti di destra e di centrodestra, un cambiamento globale nel panorama europeo”, spiega prima dei fischi. “Dobbiamo essere onesti e accettare i risultati, anche se adesso è ancora un po’ presto”, sottolinea, prima di attaccare un altro punto. “Osserviamo, purtroppo, un’evoluzione dell’estrema destra anche in Belgio, nelle Fiandre in particolare. Un partito di estrema destra con più del 20% e una crescita di oltre il 4%, è un trend estremamente preoccupante”commenta l’uomo, che riesce comunque a strappare un sorriso ai volti degli attivisti presenti sul posto, soppesando le parole positive con le osservazioni più amare, prima di unirsi alla folla.

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“Un discorso distruttivo”

Candidata a Bruxelles, Ariane Wautelet è visibilmente un po’ emozionata. “Il MR ha costruito le sue argomentazioni su un discorso distruttivo e imbarazzante, che ha messo le persone le une contro le altre e che conteneva parole piene di falsità. Sarebbe un peccato riuscire con queste osservazioni polarizzanti“, si rammarica. E di fronte al PTB, che a Bruxelles incalza il PS? “Ciò che mi preoccupa non è governare con il PTB ma piuttosto gli argomenti utilizzati dal PTB, come i discorsi anti-Evras (educazione alla vita affettiva degli studenti, ecc.). Non è questo il progetto sociale del PS”. Per lei non reggono le critiche alla corsa al voto comunitario o al tentativo di spazzare verso l’estrema sinistra. “Non penso che mettere le persone in una scatola sia una buona idea. Non penso che siamo rimasti indietro rispetto al voto della comunità. Non ci sono rimpianti in questa campagna”. Nessun rimpianto, ma ovviamente nemmeno troppa gioia per i socialisti.

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