Una madre della Val-d’Oise cerca volontari per giocare con il figlio autistico

Una madre della Val-d’Oise cerca volontari per giocare con il figlio autistico
Una madre della Val-d’Oise cerca volontari per giocare con il figlio autistico
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Di Fabrice Cahen
pubblicato su

5, 24 maggio alle 18:46

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Ha iniziato a distribuire manifesti che invitavano i volontari, giovani e adulti vieni e condividi 1h30 del loro tempoper giocare con suo figlio affetto da autismo.

Questa coppia di quattro figli, residente nel quartiere del Louvrais, a Pontoise (Val-d’Oise), si è unita allaassociazione Autismo speranza verso la scuolache ha sviluppato un metodo per aiutare le persone con autismo.

“Una tecnica faccia a faccia, che consiste nel ripetere i gesti propri del bambino autistico, e portarlo ad adottare quelli degli altri. Entrare nel suo mondo per tirarlo fuori”, testimonia la madre del bambino.

Non percepisce l’altro, né lo spazio che lo circonda

“Il bambino si evolve fisicamente, ma il suo cervello conserva il funzionamento di un bambino. Non è cosciente. Non capisce i pericoli”, spiega Catherine De La Presle, presidente dellaassociazione Autismo speranza verso la scuola (Aeve)che si è dimostrato valido per diciotto anni.

800 famiglie in Francia hanno adottato questo metodo.

Un metodo intensivo che prevede la presenza, otto ore al giorno, di persone al tuo fianco.

Per raggiungere questo obiettivo è necessario costituire un gruppo di volontari che si susseguiscano a casa del bambino.

“Fino a cinque persone al giorno”, dice la madre.

Video: attualmente su -

Gioca alla terapia

Attualmente è in fase di realizzazione una sala giochi dedicata. “Lo spazio filtrante è necessario per aiutare il bambino a riprendere il normale sviluppo e permettergli di percorrere le fasi dello sviluppo prima di frequentare la scuola”, aggiunge la fondatrice di Aeve, lei stessa madre di un figlio scomparso durante questo ciclo di apprendimento ora ingegnere aeronautico.

Ha sviluppato questo metodo di apprendimento cognitivo.

Sono necessari tre anni di sedute per permettere al bambino di ritornare nel mondo che lo circonda.

Tutte le sedute sono filmate e possono essere analizzate da uno psicologo supervisore, che viene regolarmente a trovarlo per monitorare il programma e i progressi del bambino. I volontari vengono formati.

“La formazione video si svolge ogni domenica sera, poi di nuovo sei settimane dopo, integrata da una formazione continua”, spiega Catherine De La Presle.

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