“Non abbiamo nessun posto dove nasconderci” – Libération

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Testimonianze

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Parallelamente alla riconquista di Aleppo, domenica 1° dicembre altre milizie ribelli sostenute dalla Turchia hanno lanciato un’operazione contro le forze curde che detengono il nord della regione. I civili intrappolati nelle aree contese temono per la loro incolumità.

“Siamo circondati dal rumore dell’artiglieria, possiamo vedere gli aerei da guerra nel cielo, la situazione è caotica!” Intrappolato nei combattimenti, Jamil (1) teme “per caricare un massacro. Da più di quarantotto ore tenta, insieme a quasi 200.000 civili, di fuggire dal cantone di Shehba. Questa piccola exclave, situata a nord di Aleppo, è controllata dalle Forze Democratiche Siriane (SDF), a maggioranza curda, che controllano il nord-est del paese. “Un’enorme colonna di 20.000 auto, trattori e camion si estende per diversi chilometri vicino al villaggio di Fafin, ma le strade sono bloccate e non si muove nulla”, descrive con difficoltà.

Approfittando dell’ondata creata dal ritiro delle truppe del regime di Bashar al-Assad nella regione, l’Esercito nazionale siriano (SNA), una coalizione di milizie ribelli sostenute dalla Turchia, ha lanciato, domenica 1 dicembre, un’offensiva mirata a forzando le linee di difesa curde. Di fronte all’assalto, ha annunciato il generale dell’FDS Mazloum Abdi “l’apertura di un corridoio umanitario” per evacuare le popolazioni “in tutta sicurezza

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