Il portoghese Antonio Costa sarà il prossimo presidente del Consiglio europeo

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Antonio Costa, allora primo ministro portoghese, a Bruxelles, il 25 novembre 2018. BORSA DI STUDIO ALASTAIR / AP

È la vendetta per l’ex primo ministro portoghese (2015-2023) Antonio Costa. I capi di Stato e di governo europei hanno scelto di nominare il leader socialista presidente del Consiglio europeo giovedì 27 giugno. A 62 anni, il suo profilo moderato, che unisce i valori classici della socialdemocrazia e un approccio ortodosso all’economia, riesce a convincere i Ventisette.

Fino a dieci giorni fa non si vinceva nulla. “È certo, [Antonio Costa] è competente. Ma bisogna chiarire il contesto giuridico”ha lanciato il 17 giugno Donald Tusk, primo ministro polacco (PPE, a destra), riferendosi agli intoppi giuridici che hanno costretto Costa a dimettersi da capo del governo portoghese il 7 novembre 2023.

La questione però si era sgonfiata già da diverse settimane e non sembrava più rappresentare un ostacolo alla nomina del portoghese. Di certo, il capo di gabinetto di Costa, Vitor Escaria, il grande amico dell’ex primo ministro, l’imprenditore Diogo Lacerda Machado, nonché l’ex ministro delle Infrastrutture Joao Galamba e altre sei persone restano incriminati per presunti atti di traffico di influenza legati a bandi di gara. per un data center, una miniera di litio e un centro di produzione di idrogeno verde. Ma sono esclusi possibili atti di corruzione e abuso di potere.

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Soprattutto, l’inchiesta aperta otto mesi fa dalla Procura generale contro lo stesso Antonio Costa, che lo ha costretto a presentare le dimissioni tramite “rispetto della dignità delle sue funzioni” ma il “coscienza pulita” nonostante gli rimanessero due anni di mandato e una solida maggioranza socialista assoluta nell’Assemblea, non ha portato alla sua incriminazione. Quel che è peggio, è stata fortemente criticata dal giudice istruttore e dalla Corte d’appello di Lisbona per la sua mancanza“indizi seri”. Le sue conseguenze politiche furono gravi. Le elezioni anticipate organizzate successivamente hanno portato alla vittoria del Partito socialdemocratico (PSD, di centrodestra), guidato da Luis Montenegro, e alla fine degli otto anni di governo Costa.

Pressioni della Democrazia Cristiana

Esprimendo dubbi sulla nomina di Antonio Costa il 17 giugno, i cristiano-democratici del PPE hanno voluto soprattutto alzare la posta nei negoziati tra i Ventisette sui “top jobs” europei (presidenze della Commissione e del Consiglio, capo della diplomazia europea). Il PPE, che è la principale forza politica in Europa, conta dodici capi di Stato e di governo al tavolo del consiglio e ha ottenuto seggi al Parlamento europeo dopo le elezioni del 9 giugno, a differenza dei socialdemocratici (S&D) e ancor più dei liberali di Renew – ha cercato di avere più di quanto previsto, ovvero la presidenza della Commissione, nella persona di Ursula von der Leyen, e quella del Parlamento europeo, per la prima metà del mandato.

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