Elezioni legislative in Francia: ecco cosa dicono gli ultimi sondaggi prima della fine della campagna per il primo turno

Elezioni legislative in Francia: ecco cosa dicono gli ultimi sondaggi prima della fine della campagna per il primo turno
Elezioni legislative in Francia: ecco cosa dicono gli ultimi sondaggi prima della fine della campagna per il primo turno
-

La campagna si conclude venerdì a mezzanotte per il primo turno delle elezioni legislative dove l’estrema destra risulta essere la grande favorita, preludio ad una possibile vittoria il 7 luglio.

Tutti i sondaggi danno un vantaggio molto confortevole al Raduno Nazionale. Forte della frangia repubblicana alleata di Eric Ciotti, il partito di estrema destra si è aggiudicato venerdì il 36% delle intenzioni di voto da Elabe, come il giorno prima avevano fatto Ifop e Ipsos.

La sinistra unita sotto la bandiera del Nuovo Fronte Popolare resta indietro tra il 27,5% e il 29%, e la maggioranza macronista uscente relegata tra il 19,5% e il 21%.

Nonostante il suo ampio vantaggio, non è garantito che la RN ottenga la maggioranza assoluta alla fine del secondo turno.

Tutto dipenderà dal risultato di domenica sera, sapendo che si prevede una partecipazione elevata: quasi due elettori su tre intendono votare, contro meno di uno su due nelle legislative del 2022.

Con una conseguenza prevedibile: “Ci saranno sicuramente gli eletti al primo turno”ad un livello “che non conoscevamo da molto tempo”, prevede il vicedirettore generale di Ipsos Brice Teinturier. Più di 50 come nel 2002? Più di 100 come nel 2007? Il loro numero darà comunque un’idea della portata dell’onda blu navy annunciata.

Ma domenica non si deciderà tutto, perché ci saranno anche “molti triangolari”, aggiunge il sondaggista, che prevede in questo scenario “potenzialmente 200, addirittura 240” collegi elettorali.

“Forza silenziosa”

A meno che i meno ben piazzati a sinistra o al centro non optino per una “desistenza repubblicana” contro l’estrema destra. Un’opzione difesa soprattutto all’interno del Nuovo Fronte Popolare, dove ecologisti, socialisti e comunisti hanno fatto sapere che i loro candidati classificati al terzo posto si sarebbero ritirati.

Un modo per fare pressione sui macronisti, i cui leader riservano le loro istruzioni a domenica sera. Diversi esponenti della sinistra hanno inoltre previsto di recarsi venerdì pomeriggio nelle sedi di Rinascimento e MoDem per tenere un editoriale – già apparso sulla stampa – che chiede “ritiri sistematici in tutto l’arco repubblicano in vista del secondo turno” del 7 luglio. .

Ma gli strateghi del campo presidenziale sembrano muoversi verso una linea “né RN né LFI” che non trova unanime tra le loro truppe.

Una scelta in parte giustificata dalla figura del patriarca ribelle Jean-Luc Mélenchon, che resta uno spaventapasseri per i suoi avversari. “Il leader della sinistra è sempre stato preso di mira personalmente”ha detto giovedì sera a M6 l’interessato, che non intende “essere cancellato dalla carta geografica”.

Anche da parte dei suoi alleati che non vogliono vederlo diventare Primo Ministro in caso di vittoria. In particolare il socialista Olivier Faure che ha poi affermato, nel corso di un ultimo dibattito televisivo su France 2, che “a Matignon avremo bisogno di una forza tranquilla”, in contrasto con la tempestosa tribuna che aveva raccolto il 22% dei voti alle ultime elezioni presidenziali.

“Stanno commettendo un grosso errore se credono che otterranno voti picchiandomi. Quello che rischiano è scoraggiare le persone che votano in modo ribelle dal votare per loro”.ha avvertito il signor Mélenchon.

Braccio di ferro

La situazione di stallo continuerà fino all’ultimo momento. Come il candidato della LFI del Marsiglia Sébastien Delogu, che venerdì pomeriggio sarà a Seine-Saint-Denis per sostenere la sua compagna Aly Diouara contro la sua ex collega Raquel Garrido.

Il socialdemocratico Raphaël Glucksmann terrà un ultimo grande incontro a fine giornata a Rouen.

Sul versante della maggioranza uscente, il primo ministro Gabriel Attal rafforzerà ancora una volta la sua presenza, con due apparizioni televisive al mattino e alla sera, intervallate da un viaggio espresso di ritorno sul Rodano all’inizio del pomeriggio per sostenere i candidati lionesi.

Un’ultima occasione per assestare colpi da entrambe le parti, all’indomani di un secondo vivace dibattito con MM. Bardella e Faure, dove il capo del governo ha attaccato particolarmente il primo, accusato di sostenere “un centinaio di candidati” che avevano espresso atteggiamenti “razzisti, antisemiti e omofobi”.

-

PREV Fluoroscopia | Un “auto-colpo di stato”?
NEXT Elezioni legislative francesi: quale risultato dopo l’elevata partecipazione?