“Ci sono stati scambi via SMS per organizzare scambi orali. Non negoziamo in extenso via SMS”, ha aggiunto.
L’avvocato ha citato un esempio di scambio: “questo potrebbe aver detto Albert Bourla: +dobbiamo parlare. OK. Alle 6:00 CET+”.
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Ha inoltre spiegato che i servizi della Commissione incaricati di individuare tali scambi nel 2022 avevano contattato l’ufficio della sig.ra von der Leyen. Senza vincere la causa. “L’azienda ha risposto che non era in grado di individuare questi documenti.”
“La Commissione europea non ha mai negato che ci siano state interazioni tra Ursula von der Leyen e Albert Bourla. Manca il collegamento tra questi sms e la discussione sugli accordi sui vaccini”, ha insistito Miguel Buron Perez.
L’udienza ha dato luogo a vivaci scambi, con l’avvocato del quotidiano americano che ha accusato la Commissione di aver “violato i principi di buona amministrazione e comunicazione” trascurando l’importanza di questi SMS.
“Questo caso solleva una domanda molto importante: i responsabili possono sfuggire alla trasparenza pubblica scambiando messaggi via SMS?”, ha chiesto l’avvocato Bondine Kloostra.
La rivelazione nel 2021 da parte del New York Times dell’esistenza di sms scambiati tra Albert Bourla e il presidente della Commissione europea ha suscitato accese polemiche. Il laboratorio farmaceutico americano Pfizer era allora il maggiore fornitore di vaccini anti-Covid ordinati dall’Unione Europea.
Il New York Times ha chiesto l’accesso ai messaggi di testo scambiati in libertà d’informazione. Il quotidiano si basa su un regolamento europeo del 2001 relativo all’accesso del pubblico ai documenti delle tre principali istituzioni dell’UE (Commissione, Consiglio e Parlamento).
La decisione della Corte europea non sarà emessa prima di diverse settimane o addirittura mesi.