Licenziato per aver simulato la presenza in telelavoro: che dire in Belgio?

Licenziato per aver simulato la presenza in telelavoro: che dire in Belgio?
Licenziato per aver simulato la presenza in telelavoro: che dire in Belgio?
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I dipendenti di una banca americana sono stati licenziati perché utilizzavano un programma che simulava la loro presenza online durante le giornate di telelavoro. È possibile in Belgio?

La banca Wells Fargo ha licenziato diversi dipendenti per aver utilizzato dispositivi chiamati “mouse mover” o “mouse jiggler”. Software o piccole chiavi USB che muovono automaticamente il mouse per far sembrare che ci sia attività. Resi popolari dai video sui social network, si possono acquistare per poche decine di euro. Un fenomeno rivelato da Quartz, Bloomberg e dalla BBC e che dimostra come molte aziende continuino a diffidare del telelavoro. Ciò si traduce in un maggiore controllo e nel disimpegno dei dipendenti. Il che, secondo Slate, solleva la seguente domanda: i dipendenti vengono monitorati perché imbrogliano? Oppure tradiscono perché vengono osservati? Una cosa è certa: un controllo eccessivo nuoce alla produttività. Così, secondo un rapporto della società Gallup, la sfiducia e il coping spiegano il disimpegno che colpisce il 62% dei dipendenti di tutto il mondo. Un calo di soddisfazione ulteriormente rafforzato dal rientro forzato al lavoro. Un movimento molto presente dall’altra parte dell’Atlantico e, per caso o coincidenza, soprattutto nel settore bancario.

E in Belgio?

In Belgio il datore di lavoro non può controllare tutto. È tenuto a rispettare diverse leggi come:

  • Contratti collettivi di lavoro 81 (per effettuare il controllo individualizzato sono necessarie valide motivazioni) e 38 (sull’introduzione di nuove tecnologie)
  • GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati), adottato dall’Unione Europea nel 2016
  • Il segreto delle telecomunicazioni. Ai sensi degli articoli 314bis del Codice penale e 123 della legge del 13 giugno 2005, nessuno può venire a conoscenza di una telecomunicazione di cui non è parte senza il consenso di tutte le parti. Le telecomunicazioni sono intese in senso lato (comprendono la posta elettronica, l’uso di un browser Internet, strumenti di chat interni o esterni)

Va notato che nessuna delle sue disposizioni vieta in senso stretto una certa sorveglianza. Quest’ultimo può infatti avvalersi del diritto di controllo sui servizi e del diritto di proprietà. Sapere quale di questi diritti prevale (la vita privata rispetto al diritto al controllo dei benefici) – e quindi l’ampiezza di ciò che il datore di lavoro può fare – varierà a seconda dei tre criteri indicati di seguito.

Pertanto tale controllo deve essere:

  • Trasparente (il lavoratore deve sapere che viene monitorato e come).
  • Legittimo (lo scopo del controllo deve essere correlato al lavoro). Ad esempio, garantire la protezione o la sicurezza dell’azienda o prevenire comportamenti contrari alla legge. Oppure in caso di elementi che facciano pensare a possibili violazioni delle regole.
  • Proporzionato (il controllo deve essere limitato allo stretto necessario e non troppo invasivo). Tenendo presente questo, in Belgio, la maggior parte delle volte, l’uso permanente di keylogger (registratori di tasti e movimenti del mouse) è illegale. Questa è considerata un’ingerenza sproporzionata nella privacy ed è strettamente regolamentata. D’altra parte, i controlli casuali possono essere presi in considerazione tramite tali programmi, o anche da Slack (sì, Slack può controllarti), Hubstaff, Activtrak, Timedoctor, Flexyspy o anche CleverControl.

Quali sono i rischi per il datore di lavoro o per il lavoratore?

In caso di controversia tra un lavoratore e il suo datore di lavoro su questo argomento, la legislazione belga rimane ancora vaga. Stiamo quindi ancora valutando caso per caso, dove spetta al giudice decidere. Se un giudice decide che le prove fornite da un keylogger o da un altro strumento di sorveglianza sono state fornite illegalmente, non hanno alcun valore. Abbastanza per far fallire un caso di licenziamento per colpa grave. Perché, attenzione, imbrogliare la propria presenza online, per quanto creativo possa essere, può essere considerato un reato grave.

Hai un computer o un telefono aziendale: fino a che punto può arrivare il tuo business?
Se avete un computer con un portale sempre aperto, in linea di principio il datore di lavoro ha accesso a tutte le vostre attività su questo computer. Ciò non significa che potrà cercare volentieri ovunque, conferire le regole e le leggi sopra citate. Vuoi conservare oggetti personali? La creazione di una cartella denominata “Privata” renderà molto più complicato per il tuo datore di lavoro accedervi legalmente. Nella maggior parte dei casi, avrà bisogno della tua presenza per aprire il fascicolo o dell’autorizzazione di un giudice.

D’altro canto un’azienda che non rispetta le leggi e i principi della privacy non rischia molto. Nella peggiore delle ipotesi una sanzione penale (estremamente rara) o danni modesti. Tanto da spingerla a tentare ancora di presentare prove ottenute illecitamente. Tanto più che esiste una ragionevole possibilità di vederlo trattenuto, soprattutto se il dipendente è stato informato della possibilità di un’ispezione.

Monitoraggio delicato e riunioni senza preavviso

Possiamo piangere a dismisura, ma ciò significa dimenticare rapidamente che uno dei ruoli del manager è proprio quello di seguire ciò che fanno le persone che lavorano nella sua squadra. Tuttavia, anziché utilizzare software di monitoraggio divisivi, esistono tecniche meno invasive per verificare che il dipendente stia effettivamente lavorando. Riunioni senza preavviso, chiamate regolari, monitoraggio della produzione e invio regolare di e-mail (raddoppiato controllando i tempi di risposta) sono alcuni di questi mezzi. Chiedere di restare raggiungibile da Teams o altro oppure integrare il dipendente in progetti collettivi sono altre due cose.

In conclusione, il vero problema nel caso Wells Fargo potrebbe non essere una possibile frode. Sta piuttosto nel fatto che così facendo dimostra di misurare il valore dei suoi dipendenti in base all’intensità della loro attività alla tastiera.

E che dire delle recensioni?

I messaggi inviati ai sistemi di messaggistica professionali (Slack, Teams o via e-mail) dovrebbero essere di natura professionale e i datori di lavoro possono accedervi a determinate condizioni; Molto spesso in caso di incidente, ma non sempre. Se vuoi criticare i tuoi colleghi o superiori, opta per la messaggistica privata come WhatsApp o Telegram, o ancor meno in modo permanente per via orale. Ma per l’atmosfera la cosa più saggia è astenersi.

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