Benjamin Netanyahu ha spinto con gigantesche manifestazioni ad accettare un cessate il fuoco con Hamas

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GAZA- “Li vogliamo a casa adesso. » A Tel Aviv, lunedì 6 maggio, migliaia di manifestanti, tra cui le famiglie degli ostaggi, hanno chiesto a Benjamin Netanyahu di accettare un cessate il fuoco con Hamas, mentre l’esercito israeliano lancia un’offensiva particolarmente temuta da un punto umanitario a Rafah.

Nei giorni scorsi i colloqui al Cairo tra Hamas e Israele non erano riusciti a raggiungere un accordo di tregua, portando lunedì mattina ad un’operazione per evacuare decine di migliaia di persone da Rafah, una città situata nel sud della Striscia di Gaza.

Ma in serata Hamas ha dichiarato di averne informato l’Egitto e il Qatar, paesi mediatori con gli Stati Uniti “ha approvato la loro proposta per un accordo di cessate il fuoco” con Israele. Ma questo piano lo è “lontano dalle richieste israeliane”ha risposto l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu.

Come potete vedere nel video in cima all’articolo, gli israeliani hanno quindi deciso di scendere in piazza per aumentare la pressione sul governo israeliano, parallelamente alla mobilitazione contro la guerra in corso a Gaza nelle università nordamericane e francesi. Secondo Tempi di Israele, i manifestanti hanno bloccato in serata l’autostrada Ayalon, che attraversa la capitale israeliana, accendendo fuochi sul loro cammino. I manifestanti hanno anche attaccato l’ingresso del Ministero della Difesa, prima di essere respinti dalla polizia.

Rilancio dei negoziati

Martedì mattina l’esercito israeliano ha annunciato di aver preso il controllo della parte palestinese del valico di Rafah tra la Striscia di Gaza e l’Egitto.

Un’unità corazzata “manovrato nella zona. In questo momento le forze speciali stanno ispezionando il valico di Rafah, “abbiamo il controllo operativo della zona”ha affermato l’esercito israeliano durante una conferenza stampa, precisando che stava parlando “solo sul lato di Gaza del valico”.

Martedì sono previsti nuovi colloqui al Cairo. Secondo il numero 2 del ramo politico di Hamas a Gaza, Khalil al-Hayya, la proposta del movimento islamista prevede tre fasi, ciascuna della durata di 42 giorni, e prevede il completo ritiro israeliano dal territorio, il ritorno degli sfollati e una scambio di ostaggi detenuti a Gaza e di prigionieri palestinesi detenuti da Israele, con l’obiettivo di “cessate il fuoco permanente”.

Finora Israele si è opposto al ritiro completo delle sue truppe da Gaza e a un cessate il fuoco permanente, ritenendo di dover prima effettuare un’operazione su Rafah per “sconfiggere” Hamas e garantire che il 7 ottobre non si ripeta.

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