Haute couture: Schiaparelli tra due età

Haute couture: Schiaparelli tra due età
Haute couture: Schiaparelli tra due età
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Non abbiamo dubbi che l’ultima collezione di Daniel Roseberry, una volta alle spalle di una pop star, mostrerà tutta la sua raffinatezza. Ma questo lunedì, 24 giugno, sembra persa in uno spazio-tempo che ci sfugge.

Nel 1973, la battaglia di Versailles esaltò con brio la rivalità tra l’alta moda francese e la creazione americana, tra l’aristocrazia della vecchia Europa e la cultura pop à la Warhol. In cinquant’anni, molte dighe sono crollate, soprattutto sotto i colpi di Karl Lagerfeld, puro prodotto di questi due mondi. Ma non vedremo mai la moda qui come dall’altra parte dell’Atlantico, come dimostra la grande messa di Vogue World di domenica sera, orchestrata da Anna Wintour in Place Vendôme, che somigliava più a un episodio di«Emily a Parigi che una sfilata francese… Eppure è questo l’esercizio di sintesi che il texano Daniel Roseberry di Schiaparelli deve risolvere ogni stagione. Sentiamo lo stilista a volte portato, a volte lacerato, da questa tensione tra il gesto radicale del couturier e la dimostrazione per stilisti di celebrità (grazie alla quale ha vestito, negli ultimi anni, Lady Gaga, Beyoncé, Bella Hadid e perfino Jill Biden ).
Lunedì mattina, inaugurando questa settimana di haute couture, invita i suoi ospiti in una stanza nel seminterrato dell’hotel Salomon de Rothschild, appena illuminata da tre lampadari di cristallo come ai tempi d’oro delle sfilate di Yves Saint Laurent all’Intercontinental. Quindi un po’ francese, anzi vecchio stile… Dopo un’ora di ritardo (ed è tanto tempo quando siamo quasi al buio e il sole, finalmente, ci chiama fuori), viene trasmesso come preludio alla sfilata un estratto da Sorella atto 2 con Lauryn Hill, gospel americano e buoni sentimenti.

Da Hans Zimmer a Nina Simone

Infine, una superba modella avanza molto lentamente, guardando il pubblico, e assumendo una posa “couture” con un mantello da nottambulo con ali ricamate con piume d’argento, un omaggio a Elsa Schiaparelli (che Roseberry vede come una fenice) quando lei stessa ha reso omaggio ad Anna Pavlova (inseparabile dal suo ruolo di La morte del cigno). Seguono pezzi spettacolari: bustier in velluto a pois e ricami caviale o in pelle di tartaruga laccata, tubino irto di spine, bolero in stile piume, abito drappeggiato che scende in millefoglie di organza che ondeggia come un’onda (ricordando le millefoglie della precedente haute couture di Pieter Mulier per Alaïa), giacche con revers “a metro” molto “Schiap”, corsetti con seni con tacchi a spillo molto Gaultier…

Schiaparelli collezione haute couture inverno 2025
Schiaparelli

Non abbiamo dubbi che questi pezzi, una volta sulle spalle di una pop star e sui social network, mostreranno tutta la loro raffinatezza. Ma questo lunedì la collezione sembra persa in uno spazio-tempo che ci sfugge, come la colonna sonora che passa senza soluzione di continuità da Hans Zimmer a Nina Simone. Sopravviverò di Gladys Knight chiude la sfilata, e questo inno alla resilienza e al combattimento in versione diva sembra del tutto fuori passo con questo casting di grandi modelle degli anni 2000-2010 (Aymeline Valade, Malgosia Bela, Karlie Kloss) lisce come bambole.

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