Uno studio prevede un preoccupante calo di un quarto delle performance dello spettacolo dal vivo per la stagione 2024-2025 – Libération

Uno studio prevede un preoccupante calo di un quarto delle performance dello spettacolo dal vivo per la stagione 2024-2025 – Libération
Uno studio prevede un preoccupante calo di un quarto delle performance dello spettacolo dal vivo per la stagione 2024-2025 – Libération
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L’Associazione dei professionisti dell’amministrazione dello spettacolo pubblica questo pomeriggio un nuovo studio che prevede un calo di un quarto degli spettacoli per la stagione 2024-2025, nonché una riduzione della trasmissione degli spettacoli già esistenti. Un pericoloso impoverimento per la qualità dell’offerta culturale, secondo i due presidenti dell’associazione.

Dopo un primo studio particolarmente allarmante pubblicato in aprile, l’Associazione dei professionisti dell’amministrazione dello spettacolo (Lapas) pubblica questo venerdì 28 giugno un nuovo sondaggio, confermando la crescente precarietà delle compagnie teatrali a causa dei tagli di bilancio annunciati a febbraio da Bercy . Realizzato tra 315 gruppi artistici in tutto il paese, lo studio, realizzato in collaborazione con i sindacati Syndeac e Synavi, rileva che la politica di austerità culturale messa in atto dagli ultimi due ministri della Cultura genererà per la prossima stagione (fin dall’inizio dell’anno scolastico da settembre all’estate 2025), un calo del numero medio di spettacoli e la trasmissione di spettacoli che andranno meno in tournée. Lo studio prevede quindi un calo di un quarto delle prestazioni per la stagione 2024-2025, rispetto a quella precedente. “Le aziende da noi intervistate hanno perso in media un quarto del proprio giro d’affari,” lamenta Véronique Felenbok, copresidente di Lapas.

“Vero effetto forbice”

Attuato dal Ministero della Cultura a metà del 2023, il piano “Meglio produrre, migliore diffusione”, volto a ridurre l’offerta culturale attualmente satura, creando meno spettacoli, ma diffondendoli meglio, sarebbe un fallimento, secondo lo studio. Secondo Lapas “tra la stagione 2018-2019 e quella 2024-2025 le aziende che trasmettono più di 100 date all’anno passano dal 7% al 4%, quelle che trasmettono tra le 50 e le 100 date dal 22% al 15%, quelle che trasmettono tra 20 e 50 date all’anno dal 39% al 29%. Questo calo del numero di aziende che viaggiano di più aumenta il numero di aziende che fanno meno di 20 date in tournée all’anno, passando dal 33% nella stagione 2018-2019 al 52% nella stagione 2024-2025. Un calo drastico, in un contesto in cui le compagnie teatrali hanno sempre più difficoltà a programmare i propri spettacoli, e vedono sempre più spesso le date della prossima stagione cancellate dagli stessi teatri che vedono ridursi anno dopo anno i propri margini artistici. “Questo nuovo studio corrisponde ai risultati già espressi dai teatri che hanno difficoltà a programmare gli spettacoli”, dice Marion Gauvent, co-presidente di Lapas. “Ora il nostro timore è che questa dinamica di impoverimento dell’offerta culturale prenda piede nel lungo periodo”.

In un primo studio pubblicato in aprile, Lapas prevedeva un calo delle rappresentanze del 54%, cifra che ha fatto molto rumore e che l’associazione sta quindi rivedendo al ribasso. Ad aprile, l’Associazione dei Centri Nazionali di Arte Drammatica (ACDN) prevedeva un calo degli spettacoli del 7,5% tra il 2023 e il 2024 (attenzione, si tratta dell’anno solare e non della stagione, da settembre a giugno, come per Lapas). un calo del 9% degli spettacoli in programma nello stesso periodo.

Questa nuova indagine evidenzia anche le crescenti difficoltà nel finanziamento degli spettacoli: “È un vero e proprio effetto forbice quello in atto sull’assemblaggio delle produzioni con quote medie di coproduzioni che diminuiscono leggermente (-6%) a fronte di budget di produzione che aumentano a causa dell’inflazione (+20%)”. L’inflazione e la mancanza di risorse sono già all’origine dell’uscita di Stéphane Braunschweig dalla direzione del teatro Odéon di Parigi, che sarà sostituito a settembre da Julien Gosselin. Per i due presidenti di Lapas, questa nuova valutazione stabilisce, ancora una volta, un impoverimento del settore dello spettacolo. “Se questa dinamica continua, diventerà sempre più difficile ottenere sussidi, e questo non influenzerà le aziende tradizionali ma quelle minoritarie”, concludono.

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