La giornalista cinese Zhang Zhan, condannata per le sue informazioni sul Covid, presto rilasciata

La giornalista cinese Zhang Zhan, condannata per le sue informazioni sul Covid, presto rilasciata
La giornalista cinese Zhang Zhan, condannata per le sue informazioni sul Covid, presto rilasciata
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È giunto il momento della libertà. Il giornalista cinese Zhang Zhan, 37 anni, condannato nel 2020 per “disturbo dell’ordine pubblico” da un tribunale di Shanghai, dovrebbe essere rilasciato dal carcere questo lunedì, 13 maggio 2024.

“Una grave violazione dei diritti umani”

L’ex avvocato, recatosi a Wuhan all’inizio della pandemia di Covid-19, è stato arrestato il 14 maggio 2020 dopo trasmettere informazioni in diretta sui social network durante lo scoppio dell’epidemia a Wuhan. È stata anche accusata di aver criticato l’azione delle autorità. Negli articoli che ha pubblicato online, Zhang Zhan ha denunciato in particolare la reclusione imposta a Wuhan, evocandola “una grave violazione dei diritti umani”.

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Ha visitato Wuhan nel febbraio 2020, all’inizio della pandemia, e lì ha tenuto live streaming sulle piattaforme Youtube e Twitter, rivelando la situazione caotica negli ospedali e la rapida progressione del nuovo virus. I social network sono stati poi rapidamente censurati dallo Stato cinese. In un articolo pubblicato sul suo blog, la giornalista ha criticato apertamente l’azione delle autorità, criticando le decisioni contrarie alle libertà individuali, ma accusandole anche di nascondere la realtà dell’epidemia e di imbavagliare i media.

Libertà parziale?

La sua liberazione resta in pericolo. Anche se Zhang Zhan ha scontato la sua pena, permangono dubbi sulla volontà del regime di restituirlo alla sua completa libertà, secondo quanto riferito. Reporter Senza Frontiere (RSF). Una volta rilasciati, è molto comune che i giornalisti incarcerati per motivi di lavoro rimangano sotto sorveglianza in Cina.

“Zhang Zhan ha coraggiosamente rischiato la vita per informare i suoi concittadini dell’epidemia di Covid-19 a Wuhan. Non avrebbe mai dovuto essere arrestata, tanto meno condannata al carcere.” ha affermato Cédric Alviani, direttore dell’ufficio Asia-Pacifico dell’ RSFin un comunicato stampa. “Chiediamo alla comunità internazionale di intensificare la pressione sul regime cinese affinché gli venga ripristinata la completa libertà, così come su tutti gli altri giornalisti detenuti e difensori della libertà di stampa”.

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