Siamo lì. Audi ha finalmente una berlina elettrica che non è un modello eccezionale. Certo, la e-tron GT aveva pochi rivali sul mercato, a parte una certa Taycan, ma a più di 100.000 euro la battaglia era su livelli ben lontani dalla realtà. Cerchiamo di essere chiari, la nuova A6 e-tron non è quella che definireste un’auto economica. A più di 62.800 euro, fa parte del segmento premium, ma si confronta con veicoli più classici, tra cui un’essenziale Tesla Model 3 Performance. È proprio quest’ultima che la A6 e-tron ha scelto di affrontare e il duello si preannuncia avvincente.
Abbiamo potuto metterci al volante dell’Audi A6 e-tron e più in particolare della sua versione più sportiva, la S6 e-tron Sportback, sulle magnifiche strade di Tenerife, ai piedi del Monte Teide. Un ambiente montuoso ed impegnativo in cui abbiamo potuto mettere alla prova la berlina elettrica a quattro anelli. Risultato: quasi impeccabile che riassumeremo in sette passaggi.
1 – Tutto per l’aerodinamica
Quando venne presentata, la versione finale della A6 e-tron fu elogiata principalmente per la sua somiglianza con il concetto da cui era basata. Il passaggio dalla versione concept a quella di produzione è spesso sinonimo di sacrifici e di una progressiva scomparsa delle specificità progettuali in favore di scelte più ragionate. I designer tedeschi non hanno voluto scendere a tali compromessi e hanno creato tra questa A6 e il suo concept un gioco di sette differenze. Tanto che lo sguardo dei commentatori potrebbe essere stato distolto dall’essenziale: l’aerodinamica della vettura.
Applaudire le belle curve della berlina significa anche sottolineare l’ottimo lavoro svolto per limitare la resistenza al vento della A6. Su questo punto Audi ha semplicemente superato i propri standard. La A6, soprattutto nella versione S6, presenta un Cx di 0,21, il valore più basso mai raggiunto da un’Audi. Anche l’auto elettrica più sportiva del marchio, la e-tron GT, pur puntando sull’aerodinamica, si è dovuta accontentare di un onorevole 0,24. La nuova berlina fa quindi meglio e anche la sua versione station wagon fa segnare un valore record di 0,24. Questo punteggio non è attribuibile solo alla forma snella dell’A6. Infatti abbiamo dovuto fare i conti con i suoi quasi 5 metri di lunghezza e poco meno di 5 di larghezza. C’entra anche il design complessivo, ma si tratta di un insieme di piccoli accorgimenti che aiutano a racimolare qualche decimo di Cx e quindi a migliorare l’autonomia della vettura. Tra queste “piccole” cose possiamo distinguere quattro elementi:
La A6 e-tron e la S6 e-tron sono maestre nella sottile arte dell’aerodinamica e questo ha delle conseguenze in termini di autonomia, su questo torneremo.
2 – Una piattaforma pensata per il futuro
A volte siamo stati duri con la prima piattaforma del gruppo Volkswagen, la famosa MEB, e non è senza dubbio un caso che il veicolo elettrico più efficiente di Audi fino ad oggi, la RS e-tron GT, abbia scelto di allontanarsene. Certamente l’architettura tecnica che ha preso il posto di questa MEB, i DPI, giustamente chiamati, è molto più solida. Per chi avesse difficoltà a seguire, è proprio questa tecnica che è servita come base di lavoro per la Porsche Macan elettrica e l’Audi Q6 e-tron, due dei veicoli più notati nel 2024. La A6 e-tron utilizza quindi le stesse basi e con lo stesso successo. I punti di forza della piattaforma DPI? Sono ormai noti: una capacità di trasportare pacchi batterie di grandi dimensioni (la A6 è disponibile da 83 kWh o 100 kWh), la possibilità di avere quattro motori potenti (su questo torneremo) e soprattutto una capacità di ricarica di alto livello a 270 kW di potenza. In una parola: 800 V in tutto il suo splendore.
3 – MMI e azienda
Se sotto il cofano gli standard sono particolarmente elevati, ben sistemato è anche l’abitacolo. Saremo brevi su questo punto in quanto il cruscotto della A6 e-tron è esattamente lo stesso di quello della Q6 e-tron che abbiamo potuto scoprire qualche mese fa e che vi consigliamo vivamente di leggere. L’interfaccia a triplo schermo (il terzo è riservato al passeggero) è ancora governata dal sistema MMI, assistito da Google Automotive. Il sistema operativo è ricco di possibilità di personalizzazione, ma richiederà molti minuti di utilizzo per padroneggiarlo. D’altro canto, dimostra l’interesse di Audi per le nuove tecnologie e il suo desiderio di integrarle nella sua piattaforma anche se a volte questa integrazione sembra aver richiesto un calzascarpe. Questo culto della tecnologia si ritrova, ed è ormai una consuetudine in casa Audi, anche su ottiche la cui visualizzazione può essere personalizzata in un menu dedicato. Novità per la A6 e-tron: un logo posteriore illuminato che è integrato nelle luci e che, nonostante l’apparenza di divertimento tecnologico, aggiunge anche un tocco di sicurezza. La funzione è ingannevole ma piacerà senza dubbio alle persone. Infine, e per finire sugli interni, sarebbe un peccato trascurare un aspetto basilare ma essenziale. Ci si sente bene, sia nella posizione del conducente (che dà l’impressione di essere in un abitacolo), sia in quella del passeggero, che è molto comoda.
4 – Più forte di Tesla in termini di autonomia
Nessuna falsa suspense qui: non pretenderemo di essere in grado di fornire misurazioni di autonomia reale dopo il nostro primo test dell’Audi A6 e-tron. Per quanto splendide, le strade di Tenerife non sono quelle che chiamereste percorsi classici. Quando il percorso consiste nel passare dal livello del mare fino ai piedi della vetta più alta della Spagna, a un’altitudine superiore a 2.200 metri, il consumo non è tipico e non può essere considerato un valore di riferimento. In attesa di rimettere le mani sul volante della A6 e-tron, e di ottenere consumi più adeguati, ci accontenteremo di commentare le informazioni ufficiali, quelle che prevedono la migliore autonomia per la berlina elettrica Audi della sua categoria.
Infatti, quando uniamo questo lavoro sull’aerodinamica con batterie di grandi dimensioni e una gestione software delle prestazioni del motore che continua a migliorare negli anni, non possiamo che arrivare a valori interessanti. Quindi, a seconda del livello della batteria e del tipo di A6 (berlina o station wagon), oscilliamo tra 627 km e 756 km di autonomia (WLTP). Questi dati vanno ovviamente correlati con la capacità di ricarica rapida della A6 e-tron, fino a 270 kW, che permette di passare dal 10 all’80% della batteria in meno di 20 minuti. Ma non è tutto.
Come sulla Q6 e-tron, Audi ha dotato la sua berlina di un sistema di recupero dell’energia molto avanzato e soprattutto personalizzabile tramite i paddle al volante. Ai quattro livelli di recupero energetico sarà necessario aggiungere una modalità One Pedal molto semplice. L’autista troverà nell’eco-driving un ulteriore incentivo al gioco.
5- L’Audi A6/S6 e-tron, quanto vale sulla strada?
Accelerazione folgorante (da 0 a 100 km/h in 3,9 secondi), telaio dinamico e reattivo, sospensioni controllate che rispondono alla minima asperità della strada… Quanto è stato difficile prendere questa S6 e-tron in mancanza di ciò. Il merito non va solo all’elettronica che corregge istantaneamente la minima goffaggine del guidatore, ma ad un insieme ultra omogeneo che fa sorridere. Nella guida fluida, nella sua modalità comfort, l’A6 elettrica si diverte a cullare i suoi occupanti nel silenzio di una cattedrale. È piacevole e rilassante. Impostata in modalità dinamica, la berlina mostra i muscoli e i suoi 405 kW di potenza del motore. Ci ritroviamo quindi a regolare il più possibile il sedile del conducente e ad usare l’acceleratore con l’impressione di essere incollati all’asfalto. Le curve si susseguono, la velocità non diminuisce e con essa l’impressione di essere a bordo di uno dei veicoli elettrici più piacevoli che ci sia mai stato permesso di guidare.
6 – L’Audi A6 e-tron contro la concorrenza
Ritrovare alcune delle sensazioni che abbiamo provato provando la Q6 e-tron sulla A6 e-tron ci ha fatto ricordare l’essenziale: quanto è bello poter guidare una berlina elettrica! Quasi lo dimentichiamo, ma il numero di questi modelli si conta sulle dita di entrambe le mani e quelli in grado di competere con l’ultima Audi sono ancora meno.
D’altro canto ci dispiace che il biglietto d’ingresso sia così alto. La A6 e-tron più economica parte da 62.800 euro, ma il prezzo sale se si opta per una batteria da 100 kW o un modello station wagon e raggiunge nuove vette quando la berlina occupa il primo posto. Così, il nostro modello di prova, la L’S6 e-tron viene scambiato a malapena sotto i 100.000 euro. Pertanto, l’elenco dei potenziali concorrenti si riduce ulteriormente. Nella versione da 62.800 euro, il suo rivale più ovvio non è altro che la Tesla Model 3 Performance o la BMW i4. Se il confronto con il primo sembra quasi sbilanciato, anche l’A6 mantiene il vantaggio rispetto al secondo grazie alla sua sostanziale autonomia. Per quanto riguarda le versioni con prezzi più alti, entrano in diretta concorrenza con lo storico concorrente Mercedes e la sua EQE. Anche in questo caso, a pesare nel bilancio sono i 756 km di autonomia della A6 e-tron.
7 – Verdetto del test:
Con questa nuova A6 e-tron, Audi conferma, a pochi mesi dall’eccellente Q6, di essere entrata nella seconda generazione della sua era elettrica. Il tempo delle approssimazioni è ormai finito e il marchio dei quattro anelli si ritrova al livello in cui ce lo aspettiamo sull’auto elettrica. Certo, la A6 e-tron e ancor più la S6 che abbiamo testato sono auto premium, ma con una certa qualità di guida, equipaggiamenti di fascia alta, una batteria consistente e una velocità di ricarica espressa, possono assumere pienamente un prezzo più alto di una Tesla Prestazioni del modello 3. Certo, l’A6 non è perfetto, ma il suo punto di forza sta nella capacità piuttosto rara di riuscire a nascondere facilmente i suoi pochi difetti in modo che si possano vedere solo i suoi tanti pregi.
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