Dati personali e IA: Meta sospende il progetto dopo aver presentato 11 denunce in Europa

Dati personali e IA: Meta sospende il progetto dopo aver presentato 11 denunce in Europa
Dati personali e IA: Meta sospende il progetto dopo aver presentato 11 denunce in Europa
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Meta, presa di mira da denunce in 11 paesi europei, sta sospendendo il suo piano di utilizzare i dati personali dei suoi utenti in un programma di intelligenza artificiale, ha detto venerdì l’autorità di regolamentazione irlandese (DPC) in un comunicato stampa.

“Meta sta sospendendo i piani per addestrare il suo modello linguistico esteso utilizzando contenuti pubblici condivisi da adulti su Facebook e Instagram nell’UE/SEE”, ha annunciato la Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC), agendo a nome dell’Unione europea (UE).

Meta, che non è stato possibile raggiungere immediatamente, era stato preso di mira dalla settimana scorsa dall’associazione austriaca Noyb, che aveva chiesto alle autorità di intervenire “urgentemente” per impedire l’attuazione di questa nuova politica di riservatezza, prevista per il 26 giugno.
“Apprezziamo questo sviluppo, ma lo seguiremo da vicino”, ha dichiarato in un comunicato stampa il capo dell’ONG viennese Max Schrems. “Finora non c’è stata alcuna modifica ufficiale alla politica sulla privacy di Meta, che renderebbe questo impegno giuridicamente vincolante”, ha aggiunto.
Noyb pertanto non ritira le denunce in questa fase.

Problemi con l’uso dei dati personali

Se alcuni dati pubblici vengono già utilizzati per addestrare modelli di intelligenza artificiale generativa, Meta ha voluto, secondo l’associazione austriaca, andare oltre e “prendere completamente” tutti i dati dei suoi miliardi di utenti raccolti a partire dal 2007.
L’obiettivo: utilizzarlo come parte di una “tecnologia AI sperimentale senza alcun limite”, ha affermato Noyb, senza richiedere il consenso dell’internauta, sebbene richiesto dal regolamento europeo di riferimento sulla protezione dei dati (GDPR).

L’associazione Noyb (da “Non sono affari tuoi”) è all’origine di numerose denunce contro i colossi del web.
Solo nel caso di Meta le sue azioni hanno comportato “sanzioni amministrative per oltre 1,5 miliardi di euro”, ricorda.

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