ANKARA, 4 giugno (Reuters) – La più alta corte turca ha annullato il potere del presidente di licenziare i governatori delle banche centrali prima della scadenza del loro mandato, secondo una decisione pubblicata martedì sulla Gazzetta ufficiale.
A seguito di un ricorso presentato dal principale partito di opposizione, il CHP, la Corte Costituzionale ha annullato un decreto del 2018 di Recep Tayyip Erdogan, che autorizzava il presidente a nominare e revocare governatori e vice-governatori della Banca Centrale.
La questione dovrebbe essere regolata dalla legge, ha affermato la corte, aggiungendo che la sua decisione entrerà in vigore tra 12 mesi, dando al Parlamento il tempo di legiferare sull’argomento.
Recep Tayyip Erdogan ha licenziato cinque governatori della banca negli ultimi cinque anni, minando l’indipendenza dell’istituzione, sollevando timori sulla sua disfunzione e portando a politiche che hanno indebolito la lira e fatto impennare il valore dell’inflazione.
A febbraio, Recep Tayyip Erdogan ha nominato Fatih Karahan, un ex vice governatore che ha portato avanti un regime aggressivo di stretta monetaria iniziato con una drammatica inversione di politica monetaria nel giugno dello scorso anno.
Il tasso di riferimento è stato portato al 50% dall’8,5% di un anno fa, suscitando un rinnovato interesse da parte degli investitori stranieri e aumentando la domanda interna di lira. La banca centrale prevede che l’inflazione su base annua scenda al di sotto del 40% entro la fine dell’anno, in calo rispetto al 75% del mese scorso.
Fatih Karahan ha riaffermato martedì che la banca continuerà a perseguire una politica rigorosa finché l’inflazione non scenderà e raggiungerà i suoi obiettivi. (Segnalazione di Huseyin Hayatsever e Ece Toksabay, con il contributo di Nevzat Devranoglu; versione francese Mathias de Rozario, editing di Kate Entringer)
