Il Senato avvia il progetto di semplificazione economica

Il Senato avvia il progetto di semplificazione economica
Il Senato avvia il progetto di semplificazione economica
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“Sburocratizzare” la Francia e porre fine alle “scartoffie”: sono gli slogan del disegno di legge per semplificare la vita economica esaminato da lunedì al Senato, un progetto altamente tecnico accolto con scetticismo dalla Camera alta.

Buste paga semplificate, eliminati i moduli Cerfa, “test Pmi” per valutare le norme prima della loro attuazione… Misure di ogni tipo arrivano in serata sui banchi dei senatori, che avranno almeno tre giorni per esaminarle nel dettaglio in prima lettura , prima della votazione solenne prevista per martedì 11 giugno.

Ci sono poche disposizioni veramente politiche in questo atto legislativo inteso a facilitare la vita alle imprese, il che suggerisce l’adozione senza grandi difficoltà da parte dei senatori, nonostante l’opposizione della sinistra.

“La complessità amministrativa resta un ostacolo agli investimenti e alla crescita in Francia come in Europa”, insiste il ministro dell’Economia Bruno Le Maire.

“Non possono esserci, da un lato, la Cina e gli Stati Uniti che semplificano eccessivamente, e, dall’altro, l’UE che aggiunge costantemente standard”, continua l’inquilino di Bercy, che lascerà la mano principalmente al ministro degli Affari Olivia Grégoire per i dibattiti al Palazzo del Lussemburgo.

– Incontro annuale –

Si promettono di essere molto tecnici su molti aspetti della vita economica (contenziosi sugli appalti pubblici, codice minerario, impianti industriali)… Ma il Senato non mancherà di esprimere i suoi dubbi su Bercy.

“È un testo piccolo rispetto alle sue ambizioni. Il governo rimarrà senza dubbio deluso”, sottolinea la senatrice di Les Républicains Catherine Di Folco, correlatrice del testo.

“Non c’è niente sull’aspetto agricolo, niente sulle comunità, anche se ci aspettiamo molto a livello locale”, si rammarica, all’unisono con l’alleanza centrista-LR che domina il Senato.

Le frustrazioni sono tuttavia alleviate dalla promessa del governo di portare avanti regolarmente questo vasto progetto, con un disegno di legge di questo tipo atteso ogni anno in Parlamento.

La sinistra è ancora più scettica. “Parlare di semplificazione è una scorciatoia: si tratta davvero di semplificare la vita degli imprenditori”, osserva il socialista Michaël Weber, che teme un “testo trompe-l’oeil” a scapito delle questioni ambientali.

Particolarmente presa di mira dalla sinistra, una misura che allenta i termini della compensazione ambientale per i nuovi progetti, per facilitarne l’attuazione.

Tutte le sensibilità sono però allineate nel denunciare la misura emblematica del grande piano di semplificazione di Le Maire: l’introduzione di una busta paga ridotta, passando da 55 righe a sole una quindicina.

“È comunicazione o cosmetici. Non ho incontrato una sola persona che mi abbia detto che era una buona idea”, infastidisce il centrista Yves Bleunven, l’altro correlatore. Molti temono un onere aggiuntivo per i capi, che dovranno, per un certo periodo, tenere a disposizione dei dipendenti dati dettagliati in un file allegato.

Se la semplificazione delle buste paga è di carattere normativo, le modalità sottostanti di trasmissione dei dati ai dipendenti sono oggetto di un articolo del testo, che il Senato ha cancellato in commissione e che Bercy tenterà di ristabilire in seduta pubblica.

– Autorizzazioni –

Altra misura shock, l’eliminazione entro il 2030 dei 1.800 moduli Cerfa e l’attento setacciamento delle 2.500 autorizzazioni amministrative che appesantiscono la vita quotidiana delle imprese.

Parte di questo lavoro scrupoloso non passerà attraverso la legge. Ma per il resto il governo vuole avere mano libera e chiede ai parlamentari un’ampia autorizzazione alla riforma attraverso ordinanze, cosa che irrita non poco i senatori.

“Stiamo cercando di aggirare il Parlamento”, avverte Rémy Pointereau (LR).

L’istituzione dei test PMI, un meccanismo volto a valutare in anticipo l’impatto di tutte le norme sulle imprese, consentirà però al Senato di reintrodurre un sistema già votato al suo interno, con l’approvazione del governo.

L’iniziativa del governo è generalmente apprezzata dalle organizzazioni dei datori di lavoro. Medef, ad esempio, “sostiene lo spirito” del testo, che tuttavia “non esaurisce l’intero progetto di semplificazione”.

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