Le imprese si aspettano un anno più complicato

Le imprese si aspettano un anno più complicato
Le imprese si aspettano un anno più complicato
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Secondo il 24° Indagine economica della CCIG, le imprese tracciano un bilancio complessivamente positivo dell’anno finanziario 2023.

Il livello di soddisfazione generale è in leggero aumento, superando gli ottimi livelli del 2019 e del 2022. Ciò è particolarmente vero per i settori del turismo, dell’orologeria e della finanza. La realtà sarà tuttavia molto più contrastata per alcuni dei motori dell’economia ginevrina, come l’orologeria, il commercio, l’industria e il chimico-farmaceutico.

Per il 2024 gli intervistati si aspettano un buon anno, ma sono meno ottimisti rispetto alle previsioni per il 2023. Le assunzioni, tuttavia, dovrebbero rimanere forti.

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Un anno molto buono…

Il 2023 è stato da buono a molto buono per il 47% degli intervistati (+7 punti rispetto al 2022), in particolare nelle aziende con più di 100 dipendenti e nei settori turismo, industria, energia-ambiente, finanza e orologeria-gioielleria. La soddisfazione complessiva delle imprese si attesta a 3,3 su 5, in lieve aumento rispetto al 2022 (+0,1). L’anno trascorso è stato considerato difficile o molto difficile dal 22% degli intervistati, soprattutto nei settori legati all’auto, al chimico-farmaceutico, al commercio e alla salute.

L’evoluzione del volume d’affari è buona, con il 55% degli intervistati che annuncia un aumento (come nel 2022), mentre il 24% registra un calo (21% nel 2022). Lo stesso vale per la redditività, che è cresciuta del 43% mentre è diminuita nel 25% dei casi (rispettivamente al 44% e al 24% nel 2022).

…ma contrastato

In molti settori il 2023 sarà stato un anno di contrasti. Gli ottimi risultati complessivi mascherano le difficoltà incontrate da alcuni rami o da alcune aziende all’interno di un ramo economico. Ciò è particolarmente vero per il trading, dove un quarto delle aziende intervistate ha registrato un aumento a due cifre dei profitti, mentre un terzo ha visto i propri profitti diminuire di oltre il 10%. Anno da record per l’orologeria e la gioielleria, il 2023 sarà tuttavia difficile per il 20% delle aziende attive in questi settori. Per quanto riguarda il chimico-farmaceutico, e in misura minore l’industria, l’anno sarà stato relativamente difficile anche se questi settori avevano espresso le stime più entusiastiche nella precedente indagine congiunturale.

«Quando arriva il momento dei bilanci, l’economia ginevrina può aspettarsi un anno solido nel 2023. Tuttavia, gli eccellenti risultati di diversi settori nascondono talvolta notevoli difficoltà», spiega Vincent Subilia, direttore generale della CCIG.

Le aziende assumono

Sul fronte occupazionale si delinea un trend simile, ottimo il numero delle aziende che hanno assunto nel 2023 al 34% (+4 punti) mentre il 12% (+3 punti) indica un calo. Proporzionalmente, l’aumento corrisponde ad un aumento totale dell’organico del 17%, mentre la diminuzione costituisce un calo del 21% dell’organico.

Le assunzioni sono state elevate per tutte le aziende con più di 10 dipendenti. Le aziende molto grandi con più di 500 dipendenti sono quelle che hanno maggiori probabilità di assumere (57%). Nel 2023 un’azienda su due nei settori della sanità, dell’energia, dell’orologeria e del turismo assumerà.

Esportazioni

Il principale mercato estero resta l’UE che rappresenta il 35% delle esportazioni degli intervistati, in leggero calo rispetto al 2022 (39%). Le esportazioni degli intervistati sono ben diversificate con una distribuzione tra il 15% e il 19% per tutti gli altri mercati.

Prospettiva piuttosto positiva

Per il 2024 le previsioni sono piuttosto ottimistiche anche se in lieve calo rispetto alle stime effettuate per il 2023. Il 54% degli intervistati prevede un aumento del volume d’affari e il 14% una diminuzione. Anche le prospettive di redditività risultano in leggero calo pur rimanendo su buoni livelli; il 47% degli intervistati si aspetta un aumento mentre il 25% si aspetta una diminuzione.

Quest’anno il 34% delle aziende prevede un aumento del personale mentre solo il 9% parla di una riduzione. Nell’8% dei casi tale incremento supererebbe il 10% dell’attuale forza lavoro. Tutti i settori stanno pianificando assunzioni, in particolare nell’automotive, nell’energia-ambiente, nelle assicurazioni, nell’informatica e nella finanza. Il settore più pessimista, quello delle costruzioni, è l’unico in cui un numero maggiore di aziende prevede un calo della forza lavoro anziché un aumento.

Sviluppo del territorio

La seconda parte dell’indagine economica quest’anno si è concentrata sul tema della pianificazione regionale. Il 20% delle aziende che hanno risposto al sondaggio possiede tutti o parte dei propri locali (59% per le aziende con più di 500 dipendenti). Il 13% degli intervistati sta prendendo in considerazione un trasloco. Nel 21% dei casi questo spostamento è previsto fuori Cantone. La maggior parte delle aziende ha bisogno di uno spazio stabile. Uno su cinque prevede tuttavia di aumentare la propria superficie a causa dell’aumento dell’attività (21%). Questa percentuale sale a oltre un terzo per le aziende con più di 250 dipendenti (36%). Al contrario, solo il 7% delle aziende prevede di ridurre la propria superficie per ragioni di ridotta attività e/o necessità (telelavoro, ecc.).

Le tre priorità in termini di pianificazione territoriale sono: la facilitazione delle procedure amministrative (69%), lo sviluppo di aree che consentano sinergie tra le imprese (61%) e la densificazione delle aree edificate esistenti (32%).

La mobilità, una componente essenziale per le imprese

La connessione mobile è il criterio principale per la scelta della località (45% dei voti). Il secondo criterio è l’ubicazione nel centro della città o in un nuovo quartiere commerciale (38%). Nel dettaglio, le imprese privilegiano il trasporto pubblico (77%) seguito da migliori infrastrutture stradali (38%). La vicinanza alla ferrovia è importante per un’azienda con più di 100 dipendenti su due. L’aeroporto è particolarmente importante per le aziende molto grandi (17%).

Il 17% degli intervistati ha realizzato un piano di mobilità e il 13% prevede di farlo. Questa percentuale aumenta notevolmente per le aziende con più di 100 dipendenti. Soglia oltre la quale la metà ne ha già raggiunta una (48%). Quando le aziende propongono misure in tema di mobilità, al primo posto ci sono i parcheggi gratuiti (36%), seguiti dai parcheggi per le biciclette (32%) e dal contributo ai costi del trasporto pubblico (29%).

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