“Splendido”, non solo nella commedia

“Splendido”, non solo nella commedia
“Splendido”, non solo nella commedia
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Culto della risata, da sempre associato al personaggio di Jean-Claude Dusse e, tuttavia, molto più di un attore comico. Michel Blanc, baffi e testa pelata, evidentemente non si limitava a interpretare i ragazzi sfortunati con le donne, un po’ pesanti, che facevano ridere a loro insaputa. Ben presto, quando la sua carriera stava finalmente decollando grazie ai “Bronzés”, Michel Blanc si è sbarazzato di questo costume che rischiava di aderirgli un po’ troppo. “Jean-Claude Dusse era chiaramente per me, non per Thierry Lhermitte (il playboy di “Les Bronzés”, ndr). Ho subito avuto paura che sarei stato associato a tutto ciò per tutta la vita”, ha spiegato. Poi fece una svolta di 180 gradi. E senza scivolare…

Nel 1984, 6 anni dopo i primi “Bronzés”, Michel Blanc tenta la fortuna nel campo della regia con “Marche à l’ombre”, al fianco di Gérard Lanvin. Un debutto di successo dietro la macchina da presa, in un tono di umorismo sociale. Ma la trasformazione nell’immagine popolare che aveva trasmesso fino ad allora sarebbe arrivata in un film di Bertrand Blier, “Evening Outfit”.

Premio d’interpretazione a Cannes

Con Blier ci allontaniamo completamente dal mondo del brillante caffè-teatro dello Splendid. Di fronte a Miou-Miou e Gérard Depardieu, Michel Blanc entra con successo nel genere della commedia drammatica. Nel ruolo di un uomo sposato che scopre i piaceri dell’omosessualità, l’attore brilla su un registro trasgressivo e più oscuro e questo non sfugge alla professione. Come raramente un attore prima (e anche dopo di lui), è stato subito elogiato e ha vinto il premio come miglior attore a Cannes per questo stesso “Abito da sera”.

La sua carriera nel teatro venne lanciata e i ruoli si susseguirono: dal perverso “Monsieur Hire” (nel quale trovò il regista Patrice Leconte di “Bronzés”) in cui giocava un gioco pericoloso con Sandrine Bonnaire a “Merci la vie” in cui affronta Jean Carmet, Michel Blanc riprende la macchina da presa, spesso in meglio. In “Gross Fatigue” dipinge un caustico ritratto di celebrità che gli è valso nuovamente il riconoscimento al Festival di Cannes (con il premio per la migliore sceneggiatura), mentre nella commedia corale di “Kiss Who You Will” dirige Jacques Dutronc, Charlotte Rampling e Carole Bouquet. Questi anni 2000, inoltre, hanno rivelato un altro pubblico, non necessariamente appassionato delle produzioni francesi degli anni ’80 e ’90 La commedia rurale e sociale “Ti trovo molto bello”, di Isabelle Mergault, è stata un successo al botteghino e, in pochi anni più tardi, è stato per un thriller politico (in cui troviamo anche il belga Olivier Gourmet), “L’esercizio dello Stato” (nel 2011) che Michel Blanc ha ricevuto il suo primo César come attore (in un ruolo secondario). Pochi attori, resi popolari dal loro repertorio comico, sono riusciti a colmare questo grande divario a lungo termine.

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