Due anni dopo l’omicidio di Vanesa, l’imputato torna a Tonneins per riprodurre i fatti

Due anni dopo l’omicidio di Vanesa, l’imputato torna a Tonneins per riprodurre i fatti
Due anni dopo l’omicidio di Vanesa, l’imputato torna a Tonneins per riprodurre i fatti
-

Par

Lucia Vigue

Pubblicato il

14 gennaio 2025 alle 12:46
; aggiornato il 14 gennaio 2025 alle 12:48

È questo uno dei momenti salienti di un’indagine giudiziaria: quella della ricostituzione di a crimine. Quello avvenuto a Tonneins (Lot-et-Garonne) il 19 novembre 2022 è particolarmente sordido. Ha gettato l’intera regione nello stupore e nella paura. Si tratta del rapimento, dello stupro e dell’omicidio di un bambino, Vanesa, 14 anni, studentessa a Germillac.

Due anni dopo il delitto

Martedì 14 gennaio 2025. Sono le 9:04 quando arriva sul luogo del rapimento, rue Gambetta, nel centro della città. Questa mattina presto, Romain Chevrel, incriminato per il rapimento, il rapimento, lo stupro e l’omicidio di Vanesa14 anni, è stato prelevato dalla sua cella ad Agen. Per ora è ancora presunto innocente.

Dirigetevi sulla scena del crimine. Un crimine particolarmente sordido che raggelò la città del tabacco e l’intera regione19 novembre 2022.

Quel martedì, dunque, si è svolta una fase importante delle indagini: la ricostruzione dei fatti, richiesta dal gip incaricato del caso.

Un’atmosfera agghiacciante

-4°C, nebbia fitta… l’atmosfera è gelida. L’imputato attende i suoi avvocati nel camion dell’amministrazione penitenziaria che lo ha portato a Tonneins.

Il veicolo di Romain Chevrel, utilizzato nel rapimento, stupro e omicidio della giovane Vanesa a Tonneins, è stato riportato sulla scena per la ricostruzione. ©Le Républicain 47 – LV
Video: attualmente su Actu

Attaccata al carro attrezzi, la sua vettura ha varcato la barriera della polizia poco dopo le 9 per posizionarsi non lontano dal luogo del rapimento.

L’imputato deve illustrare tutto ciò che ha detto durante le indagini e le indagini. Come ha rapito la ragazza, fino all’omicidio.

Un’auto, dello stesso modello di quella utilizzata quel giorno, è parcheggiata in rue Gambetta, parcheggiata come spiega di aver parcheggiato il giorno della tragedia, in doppia fila lungo la Manifattura. Un agente di polizia con la corporatura equivalente a quella della giovane Vanesa interpreta il ruolo della vittima.

Romain Chevrel interpreta il suo ruolo… quello del boia dell’adolescente.

L’intero quartiere è stato sigillato

La zona è stata transennata dalla polizia. Erano in 35 mobilitati per vigilare che tutto andasse bene, che il ricostituzione avviene in serenità. Soldati della compagnia Marmande, squadrone, identificazione criminale, una cellula specializzata nella storia della vita degli imputati… Con avvocati, magistrati, impiegati, ecc. Questa ricostituzione ha mobilitato una cinquantina di persone circa.

Un secondo highlight in Gironda

Dopo questo primo momento forte, la ricostruzione del rapimento della bambinaun secondo si è svolto in modo più discreto, in una foresta della Gironda. Una strada discreta e poco frequentata, transennata anche dalla polizia, ha permesso di proseguire la ricostruzione. È in questo angolo sperduto della Gironda che Romain Chevrel è accusato di aver parcheggiato la sua automobile avrebbe violentato e ucciso Vanesa.

Nell’ambito della ricostruzione del caso Vanesa, un’auto corrispondente a quella dell’imputato era parcheggiata non lontano dal luogo del rapimento. Il presunto colpevole sta aspettando i suoi avvocati nel furgone bianco. ©Le Républicain 47 – LV

Il resto non sarà oggetto di una ricostruzione. Romain Chevrel ha sempre ammesso di aver lasciato il corpo della ragazza in una casa disabitata a Birac.

Un passo essenziale

L’importanza di questa ricostruzione è duplice. Per le parti civili da un lato. “Questo ci permette di calarci nel contesto e di comprendere tutto quello che è successo”, spiega la maître Christine Roul, in rappresentanza della madre della studentessa, che da allora è tornata a vivere in Spagna dove è sepolta Vanesa.

L’avvocato ha assistito all’intera ricostruzione, “è importante, ci permette di apprezzare l’entità del danno… il grado di coscienza che avrebbe avuto questa bambina, se avesse capito che stava per morire”.

Questo ci permette di capire veramente a cosa è stata sottoposta questa ragazzina di 14 anni. 5 ore di calvario… Si rese conto che sarebbe morta. È terribile!

Maître Christine Roul, avvocato della madre di Vanesa

Conferma le tue affermazioni

Per inquirenti e giudici anche la ricostruzione è importante. Permette loro di ricollocarsi nel contesto, di collocarsi nelle condizioni, nei luoghi e proprio di vedere se le dichiarazioni di Romain Chevrel corrispondono alla realtà. Se le sue dichiarazioni sono compatibili con i luoghi e i mezzi utilizzati.

Perché se Romain Chevrel ha collaborato, restano ancora punti da affinare ed elementi da confermare.

Segui tutte le notizie dalle tue città e media preferiti iscrivendoti a Mon Actu.

-

PREV “Parcoursup è una domanda”: ​​François Bayrou mette in discussione la guidance anticipata
NEXT Kate sceglie un luogo simbolico per la sua prima uscita nel 2025