Dal 2013 il britannico James Howells sta cercando di recuperare un disco rigido che, secondo lui, contiene la chiave privata dei bitcoin estratti nel 2009.
Howells afferma di possedere tra 7.500 e 8.000 bitcoin, il che gli porrebbe in possesso tra 694 e 740 milioni di euro (il 17 dicembre 2024 il prezzo del bitcoin ha superato brevemente i 100.000 euro).
Problema: James Howells afferma di aver buttato via il disco rigido che gli avrebbe permesso di accedere a questa fortuna. Secondo la sua denuncia, il disco rigido era “preso da casa sua senza il suo permesso o consenso la mattina del 5 agosto 2013”.
L’uomo aveva due dischi rigidi: uno contenente i dati e l’altro vuoto. In tribunale ha dichiarato di aver voluto buttare via il disco vuoto, ma di aver erroneamente messo il disco pieno in un sacchetto di oggetti da buttare via.
Come favore, il suo compagno di allora portò i bagagli nella discarica, come aveva inizialmente chiesto Howells.
Da allora, James Howells ha tentato in tutti i modi di ottenere l’autorizzazione a perquisire la discarica, per ritrovare l’hard disk buttato via per errore.
Il 9 gennaio un giudice britannico ha concluso la sua indagine, stabilendo che lo scavo nel sito rischiava di mettere in pericolo i residenti e l’ambiente.
Il magistrato ha dichiarato che anche in questo caso non era avvenuto “nessuna possibilità realistica di successo se la questione fosse andata in tribunale e non ci fossero altre ragioni convincenti per decidere durante il processo”.
In pratica non ha dovuto decidere sui bitcoin potenzialmente accessibili grazie all’hard disk (e di cui Howells si è offerto di pagare un quarto della somma al comune), ma solo sulla sua proprietà. Lo sosteneva, secondo la legge britannica “Tutto ciò che un’altra persona consegna all’autorità in relazione all’uso delle strutture appartiene all’autorità e può essere trattato di conseguenza”.