Viola Amherd è nel mirino della dirigenza dell’Udc.Immagine: chiave di volta
L’Udc chiede in un comunicato le dimissioni di Viola Amherd. Ma questo dice di più sul partito in sé che sul ministro della Difesa.
Benjamin Rosch / ch media
Per il capo dell’esercito Thomas Süssli e il segretario di Stato alla sicurezza Markus Mäder si è trattato di un imbarazzo particolare: i due dirigenti del Dipartimento della Difesa hanno potuto presentare per la prima volta a Bad Horn la loro visione della sicurezza svizzera ai dirigenti dell’UDC. E devono aver notato poco dopo che il partito di estrema destra ha chiesto in un comunicato stampa le dimissioni del ministro della Difesa Viola Amherd (Il Centro, ex PDC).
Markus Mäder e Thomas Süssli avevano senza dubbio sperato che l’UDC, così critico nei confronti della NATO, dopo aver ascoltato la loro visione del futuro dell’esercito si aprisse all’idea di un riavvicinamento con questa organizzazione. Invece le loro presentazioni sono diventate la prova che l’élite dell’UDC metteva sotto processo il consigliere federale del Centro. Del resto lo stesso Süssli riconosceva che l’esercito era in pessime condizioni.
“Dimettiti consigliere federale Amherd”: anche i membri del gruppo UDC sono sorpresi dalla richiesta della direzione del partito. Perché in fondo è un po’ insolente. Molti dei molteplici errori commessi dal DDPS negli ultimi anni hanno origine negli anni in cui alla direzione del dipartimento c’erano magistrati dell’UDC come Ogi, Schmid, Maurer o Parmelin.
Scandali sulle tariffe, fallimenti nelle acquisizioni e minacce di lacune di capacità sono solo alcuni progetti per i quali i consiglieri federali dell’Udc hanno delegato la responsabilità.
Tre ragioni per rompere un tabù
Allora perché l’Udc attacca Amherd? Anche l’ex consigliere federale Alain Berset, odiato dall’UDC per le sue misure contro la pandemia di Covid-19, non è stato bersaglio di un attacco così diffuso. La richiesta palese di dimissioni da parte di un partito di governo nei confronti di un membro del Consiglio federale è ormai un tabù infranto.
Tre circostanze spiegano come siamo arrivati lì.
- Il primo motivo è all’estero: Negli ultimi mesi, il tono dei partiti nazionali di destra si è inasprito in tutta Europa. In Austria l’FPÖ ha chiesto le dimissioni del capo del governo Karl Nehammer, in Germania l’AfD ha chiesto quelle del cancelliere Olaf Scholz. Lo scetticismo del governo da parte di entrambi i partiti gioca a loro favore. L’UDC non fa eccezione: questo partito non ha mai visto una contraddizione tra la propria responsabilità di governo e la retorica dell’opposizione.
- Il secondo motivo riguarda la politica interna: Voci di dimissioni di Amherd circolavano da tempo, ma l’annuncio dell’uscita di Gerhard Pfister dalla presidenza del Centro ha dato loro nuovo slancio. Se ciò dovesse accadere, cosa che molti osservatori politici si aspettano quest’anno, l’UDC cercherà di incoraggiare la partenza di Amherd.
- La terza ragione è da ricercare alla base del partitoed è stato evidenziato nell’ultimo anno di votazioni. La 13a pensione AVS, la legge sull’energia e la standardizzazione dei costi sanitari hanno diviso la base del partito e allontanato il gruppo parlamentare dalla direzione del partito. L’UDC si concentra ora sui suoi temi centrali – migrazione e neutralità – per serrare i ranghi e fare appello all’elettorato.
Per capire il problema ????
L’iniziativa sulla neutralità e l’iniziativa contro la Svizzera dei dieci milioni aspettano di essere elaborate dal Parlamento. E nel dibattito sull’Europa l’Udc ha avuto la precauzione di tirare fuori le alabarde. Con l’avvicinarsi della metà legislatura, la posta in gioco è alta.
In termini di comunicazione l’UDC ha già dato il tono all’anno politico 2025. Questa richiesta tuttavia non è rilevante sul piano politico: la Svizzera non dispone ancora di una procedura di impeachment e non ci sono nuove elezioni. E se Amherd annuncerà le sue dimissioni, lo farà di sua spontanea volontà, e l’Udc applaudirà calorosamente.
C’è solo da chiedersi se, vista la crescente importanza della politica di sicurezza, nel prossimo rimpasto ministeriale l’UDC farà valere nuovamente i suoi diritti sul DDPS o se continuerà a mantenere comunicati stampa marziali.
Tradotto e adattato dal tedesco da Léa Krejci
A Neuchâtel, una mozione socialista e POP volta a regolamentare l’aumento delle tasse sull’HES è stata giudicata inammissibile dal Consiglio di Stato.
Il gruppo socialista e i deputati del POP hanno presentato a Neuchâtel una mozione per proporre una modifica della legge intercantonale per evitare un aumento delle tasse nell’HES senza che il Gran Consiglio possa convalidare tale aumento. Il Consiglio di Stato ritiene che il testo sia inammissibile perché non può proporre al suo Parlamento una legge che modifichi il diritto intercantonale.