Donald Trump ha detto martedì che le parti sono “molto vicine” a un accordo sugli ostaggi di Gaza, avvertendo però di “gravi conseguenze” se i negoziati fallissero. “Capisco che ci sia stata una stretta di mano e che siano vicini a una conclusione, forse entro la fine della settimana, ma deve accadere”, ha detto l’ex presidente degli Stati Uniti a Newsmax. Un funzionario di Hamas ha detto alla BBC che tre ostaggi sarebbero stati rilasciati il primo giorno dell’accordo, seguiti da altri quattro una settimana dopo. Secondo fonti israeliane, le donne sarebbero le prime ad essere liberate tra i 33 ostaggi coinvolti nella prima fase.
L’accordo previsto durerebbe 42 giorni con un cessate il fuoco. Le discussioni sulla seconda fase inizieranno il 16° giorno. Resta incerto il numero esatto dei prigionieri palestinesi che saranno rilasciati sui 1.300 previsti, poiché Israele ha rinunciato a richiedere un elenco preventivo degli ostaggi ancora vivi.
“Se non lo fanno, ci saranno molti problemi, mai visti prima”, ha avvertito Trump, che in precedenza aveva minacciato di scatenare “l’inferno” in Medio Oriente se non fosse stato concluso un accordo prima del suo ritorno. alla Casa Bianca il 20 gennaio.
Le autorità israeliane sperano in un annuncio dell’accordo già oggi. Dopo l’approvazione da parte del governo e del gabinetto, verrà pubblicato l’elenco dei detenuti, seguito da un periodo minimo legale di 48 ore per eventuali ricorsi alla Corte Suprema.
L’operazione sarebbe strutturata in tre fasi, potenzialmente ridotte a due. Riguarderebbe soprattutto donne, soldati, civili, over 50, feriti, malati e bambini. “La maggior parte delle 33 persone sulla lista sono vive”, stimano i funzionari israeliani, che mirano all’attuazione questa settimana, prima dell’insediamento di Trump.
Belgio
