Dal petrolio a ManaSolar, Albert Moux vuole andare “nella direzione della storia”

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ManaSolar ha inaugurato questo martedì a Mataiea la sua prima fattoria “agrivoltaica”, che promette di far risparmiare alla rete elettrica 2 milioni di litri di diesel all’anno. La nuova filiale delle energie rinnovabili invaderà quindi il core business del suo gruppo: la vendita di carburante. Un trasferimento sotto forma di “logica continuazione” per Albert Moux che prosegue la sua strategia di diversificazione, un mese e mezzo dopo il lancio di Managaz e 10 anni dopo Vodafone.

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Tra la posa della prima pietra nel febbraio 2023 e l'inaugurazione questo martedì ci saranno state alcune “complicazioni tecniche” per il gruppo Moux e la sua controllata ManaSolar. I terreni più morbidi del previsto nella vasta area del PK48, lato mare, hanno costretto a piantare più in profondità i 14.000 pali che sostengono i 42.000 pannelli solari. E anche versandone una parte nel cemento. Anche alcuni materiali elettrici ordinati insieme alle gigantesche batterie, agli inverter e ai 100 km di cavi installati sul cantiere hanno avuto dei capricci.

Risultato: costi in più dal 10 al 15% sul conto complessivo del progetto, rivisto a 2,4 miliardi di franchi. Ma quello che contava per Albert Moux, a un mese e mezzo dal lancio di Managaz – che ha già venduto quasi 10.000 bottiglie – l’importante era realizzare questo “altro sogno”: investire nel suo gruppo, compresa l’importazione e la distribuzione di idrocarburi rimane l'attività principale delle energie rinnovabili.

Una prima centrale elettrica e altri progetti

Di fronte a un folto pubblico di eletti, imprenditori e altri ospiti, il capo del gruppo familiare sottolinea la particolarità di questa fattoria “agrivoltaica”: i pannelli installati fungono da serre, ricoveri per alberi da frutto o ombrelli per il bestiame. Una “prima in Polinesia”, insiste il manager, anche se la centrale elettrica di Mahana O'hiupe, inaugurata dalla famiglia Siu e dai suoi soci poco più di un mese fa a Taravao, è già riuscita in questa “doppia valorizzazione del territorio”, con allevamento di bestiame sotto pannelli solari.

Senza soffermarsi sulla concorrenza, Albert Moux elenca le sue cifre: questa centrale da 10,7 Mw di punta – più o meno la stessa potenza di Mahana O'hiupe – produrrà l'equivalente del consumo di elettricità ogni anno di 5.200 case, ed eviterà l'immissione in l'atmosfera di 9.300 tonnellate di CO2 equivalente. “Sono due milioni di litri di gasolio che devono essere risparmiati ogni anno”insiste. Ne sa qualcosa il capo della Pacific Energy e della rete Shell: è il suo gruppo che vende questi milioni di litri alla EDT per rifornire la centrale elettrica di Punaruu. “È vero che lo stiamo perdendo, ma abbiamo sviluppato i parchi solari, forse in questo modo compenseremo. Questo è il senso della storia, lancia il capo della Pacific Energy e della rete Shell Polynesia. Era il senso della storia che ho creato per il gruppo, per sostituire i materiali fossili, dieci anni fa Vodafone, l'immobiliare, le grandi boutique (in Nuova Caledonia, ndr)gas e oggi solare”.

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Sospesa sulle specifiche della “seconda tranche”

Manasolar e il gruppo Moux non vogliono fermarsi qui sul fronte fotovoltaico. Si stanno preparando risposte alle richieste delle Fiji per centrali elettriche da tre a cinque volte più potenti di quella di Mataiea. La filiale rinnovabile è soprattutto pronta a posizionarsi nella corsa per la “seconda tranche” dei parchi solari polinesiani. L'attesissimo bando sarà pubblicato a gennaio, come annunciato questa mattina da Moetai Brotherson (che aveva parlato qualche settimana fa di una pubblicazione a fine anno) prima di premere il pulsante di lancio della centrale di Mataiea.

Sul versante delle specifiche, restano sul tavolo i dibattiti tra i sostenitori delle nuove grandi aziende agricole a batterie – Albert Moux, ormai esperto in materia, è favorevole e non ha mancato di avvisare il presidente – e i promotori delle centrali elettriche più leggeri, sparsi anche sui tetti dei grandi edifici urbani, che verrebbero integrati da batterie immesse direttamente in rete. Moetai Brotherson non dice altro in questa fase, ma dice di aver preso in considerazione i commenti di tutti:

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