un centro sanitario dovrebbe vedere la luce alla fine del 2026

un centro sanitario dovrebbe vedere la luce alla fine del 2026
un centro sanitario dovrebbe vedere la luce alla fine del 2026
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Il Consiglio dipartimentale dei Pirenei Atlantici, rappresentato dal suo presidente Jean-Jacques Lasserre e dai suoi due consiglieri del cantone Oloron 2, Clément Servat e Laure Laborde, ha organizzato, martedì 3 dicembre, presso la sala municipale di Bidos, un importante incontro con il sindaci dei comuni interessati dalla futura creazione di un centro sanitario e di inclusione sociale nell'Haut-Béarn. “La struttura dovrebbe vedere la luce alla fine del 2026”, ha annunciato Clément Servat. Si insedierà presso il blocco Tram, avenue Charles-et-Henri-Moureu.

Questo edificio sanitario, di circa 850 m², dovrebbe ospitare due blocchi di medici di base di sei studi, due studi specialistici e uno studio di tre oculisti. La casa sanitaria potrà ospitare 21 operatori sanitari e 37 dipendenti in totale, secondo i servizi del Dipartimento. “Il progetto è stimato a 4 milioni di euro”, ricorda Clément Servat, con quasi 2 milioni di euro di sovvenzioni previste.

Su iniziativa di questo centro, circa 80 operatori sanitari della regione si sono riuniti attorno all'Associazione dei centri sanitari del Piemonte Oloronais (AMSPO). Martedì, prima dell’incontro con i sindaci, tre rappresentanti delle professioni mediche dell’AMSPO hanno lanciato l’allarme. “Non abbiamo più scelta, questo tipo di strutture è una necessità per la regione”, assicura Thomas Terce, osteopata. Il presidente dell'associazione e medico di base Frédéric Urlacher ricorda che “oggi il 12% della popolazione piemontese non ha un medico curante per mancanza di personale, si tratta di circa 4mila persone”.

Una residenza per anziani non medica

Una valutazione preoccupante che il cardiologo Mario Abinader soppesa rispetto alle soluzioni già proposte attraverso la federazione dei medici che costituisce l'associazione: “Abbiamo già medici uniti e investiti nella cura, ma anche nella prevenzione attraverso numerosi laboratori. Oggi, tutto ciò che ci manca è lo strumento che ci permetterà di attrarre nuovi professionisti nella regione. » Una fiducia nell'attrattiva delle case di cura comune a tutti gli attori presenti che constatano che un tale sistema ha già dato prova di sé a Bedous, Lasseube e persino Arudy.

A questo primo progetto portato avanti dal Dipartimento si è aggiunto quello della realizzazione di una residenza per anziani non sanitari. Dovrebbe svolgersi nei pressi del centro sanitario, avrà una superficie di circa 1.200 mq e offrirà 27 unità abitative di tipo T1 bis, T2 e T3. “Per noi è una soluzione che desideriamo offrire agli alloggi poveri degli anziani per rompere l'isolamento”, indica Laure Laborde. Un edificio anch'esso stimato intorno ai 3,9 milioni di euro e per il quale sono previsti quasi 650mila euro di sussidi.

Gli eletti dipartimentali hanno annunciato che la prossima settimana verrà firmato l'accordo di vendita per l'acquisizione del terreno nel primo trimestre del 2025. I lavori verranno avviati nell'ultimo trimestre del 2025 e il completamento è previsto per la fine del 2026.

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