Fernando Alaya – “A Murder for Nothing” (1956) / Retrospettiva di 3 film noir argentini

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Un omicidio per niente (1956) è uno dei tre film noir argentini attualmente proiettati nelle sale. È stato diretto da Fernando Ayala (1920-1997), un regista e produttore poco conosciuto in Francia, ma che ha ancora 36 film al suo attivo.

Il minimo che possiamo dire è che il protagonista diUn omicidio per niente, Alfredo Gasper, è un uomo malaticcio e tormentato. Anche se può essere in parte attribuito al caldo intenso di Buenos Aires e dintorni, le sue condizioni lo fanno sudare costantemente. Ma il clima naturalmente è lì a far eco al dramma, come il violento temporale che scoppia nel momento decisivo.
Gasper è un giornalista senza scopo, uno scribacchino che odia il suo lavoro o meglio le condizioni in cui è costretto a svolgerlo. Vorrebbe confrontarsi con grandi personalità, scrivere su argomenti importanti, cosa che non può fare. Si immagina come un eroe che combatte per cause nobili, come un guerriero e un salvatore. Un collega d’ufficio gli fa significativamente notare che è vanitoso, che gli manca l’umiltà.
Per caso una sera incontra un clandestino ungherese, un certo Paar Liudas, che ha sperimentato la tirannia in Europa ed è fuggito da essa – possiamo pensare al comunismo così come al nazismo. Conoscendo il mestiere, Liudas vuole fondare una scuola di giornalismo per corrispondenza, ma con metodi disonesti, ingannando chi vorrebbe iscriversi. Gasper accetta di diventare suo compagno, soprattutto quando apprende che Liudas vuole portare la sua famiglia composta da moglie e due figli in Argentina, vista come terra di pace e di futuro. Uno di questi, Jarvis, verrà per primo. Gasper trova lì il modo di dare “senso” alla sua vita, di crescere. Aiuta Liudas più del necessario. A poco a poco, il dubbio si instaura in lui… e se il suo partner gli avesse mentito?

Gasper è paranoico e ciò che vede e sente immaginariamente gli dà ragione. È ossessionato dalle sue domande e dalle risposte che fornisce: la voce fuori campo interna ha un posto importante nel film.

Finisce per uccidere il suo partner. Ma, per niente, perché Jarvis esiste e arriva a Buenos Aires. Gasper dovrà prendersi cura di lui soprattutto perché ciò implica nascondere i veri motivi dell’assenza di suo padre. Pensando a un certo punto che Jarvis scoprirà la verità – il corpo dell’uomo assassinato – Gasper, nel pieno dell’angoscia, si punisce, raccogliendo ciò che ha seminato…
… Ma per niente – ancora una volta, in un certo senso – perché alla fine il corpo non verrà ritrovato.

Un omicidio per niente è un’opera ricca di tensione, con un protagonista dalla personalità complessa. Un film nero, a cui gli autori (1) danno un tono fortemente ironico, fortemente amaro. Anche il titolo originale gioca con le parole, riguardo ad una pianta che ha un ruolo importante nel dramma: Los tallos amargosSteli amari.

Questa tensione è rafforzata dal lavoro sull’illuminazione, dai giochi di luce, dalla presenza pesante di ombre, di zone di buio. Sappiamo che il film noir americano degli anni ’40 e ’50 fu fortemente influenzato dall’espressionismo tedesco, soprattutto perché diversi registi che diedero vita al genere e gli diedero le sue lettere di nobiltà provenivano dall’Europa, alcuni dei quali fuggiti dal nazismo: Fritz Lang, Robert Siodmak, Otto Preminger…

Il lavoro del direttore della fotografia Ricardo Younis è stato giustamente elogiato. Younis ha studiato fotografia insieme a Gregg Toland, il famoso direttore della fotografia americano che ha lavorato tra gli altri per William Wyler, per Orson Welles – Il cittadino Kane -, di cui André Bazin ha tanto parlato nei suoi commenti e nelle sue analisi sulla profondità di campo.

È una scena davvero sorprendente Un omicidio per niente, per il quale il ruolo del decoratore e quello di Ricardo Younis erano chiaramente essenziali. È una scena da sogno creata in uno stile espressionista e surrealista. Gli elementi sono enigmatici come dovrebbero essere. Ma c’è ancora qualcuno che ci fa domande. Vediamo, tra l’altro, in questo sogno, un bambino – forse Gasper – in compagnia di un soldato ferito in guerra – gli manca un braccio – e poi presente al suo funerale. Ci si potrebbe chiedere di chi sia il probabile padre questo vecchio. Da Gasper? Di Liudas? È un’immagine puramente simbolica? Oppure una trasposizione di un vero padre – sembra che Gasper abbia una fotografia di quest’uomo nella stanza che era ed è tuttora sua, a casa di sua madre –? Perché questo soldato indossa un elmetto tedesco chiodato e una croce di ferro che si riferisce alla Prima Guerra Mondiale – o che potrebbe essere un? spostare rispetto alla Seconda Guerra Mondiale (2) ?

Eppure questo sogno riflette il forte senso di colpa del protagonista, il suo desiderio di grandezza e la sua paranoia.


1)
Alfredo Ayala, il suo sceneggiatore Sergio Leonardo, e Adolfo Jasca che ha scritto il romanzo di cui il film è l’adattamento.

2) Una sera, mentre va al cinema con l’amica Susanna, Gasper vede immagini di guerra. Sembra un controinvestimento da parte sua, perché li rifiuta, gli danno molto fastidio. Da notare che le battaglie mostrate ci sono sembrate essere quelle guidate dalle truppe sovietiche – forse durante la battaglia di Stalingrado…

NB : le musiche del film sono di Astor Piazzola!


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