Il mio padrone di casa può venire a casa mia quando vuole?

Il mio padrone di casa può venire a casa mia quando vuole?
Il mio padrone di casa può venire a casa mia quando vuole?
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Poco dopo aver inviato la notifica di partenza, Jenn* ha ricevuto un’e-mail dalla sua agenzia che non le è piaciuta. “Mi ha detto che avevo l’obbligo di mostrare l’appartamento e che dovevo informare della mia disponibilità”, racconta la 23enne di Lione. L’uso della parola “obbligo” gli dispiace. “Non avevo buoni rapporti con l’agenzia, che non ha dato seguito ad alcune mie segnalazioni, tra l’altro sullo spaccio di sigarette nelle aree comuni”, spiega Jenn. Decide quindi di non dare seguito a questa e-mail, senza essere contattata dal suo padrone di casa, con suo grande stupore poiché il suo contratto di locazione prevedeva una clausola che obbligava l’inquilino ad autorizzare le visite. Ma è legale? Facciamo il punto.

La possibilità per il proprietario di accedere all’alloggio affittato è strettamente regolata dalla legge. Non ha libero accesso all’immobile affittato e può accedervi solo con il consenso dell’inquilino. Il contratto di locazione può quindi contenere una clausola che precisa che il proprietario (o il suo rappresentante, ad esempio un agente immobiliare) può accedere all’alloggio in caso di lavori, di vendita, in caso di disdetta dell’inquilino, o per verificare lo stato dell’alloggio una volta all’anno.

Questo diritto di accesso all’alloggio non è illimitato. “L’inquilino deve essere informato preventivamente e le visite sono vietate la domenica e nei giorni festivi”, ricorda David Rodrigues, avvocato dell’associazione Consumption Logement Cadre de vie (CLCV).

Non è inoltre possibile organizzare una o più visite di durata superiore a due ore, come previsto dall’articolo 4 della legge del 6 luglio 1989. Se il contratto prevede una clausola contraria a questi limiti, tale clausola sarà ritenuta non scritta.

L’applicazione di questo diritto di accesso può essere effettuata solo con una buona comunicazione tra il locatore e l’inquilino. “La legge non prevede un limite di tempo per avvisare l’inquilino in caso di visita”, precisa David Rodrigues. La legge inoltre non impone un canale di comunicazione: il locatore può comunicarvi le date delle visite tramite posta, email o telefono. Potrebbe essere una buona idea tenere traccia scritta del tuo consenso, specificando la data e l’ora della visita e se sarai presente o meno.

In caso di vincoli o possibile indisponibilità, è meglio parlare con il proprietario per giustificare la tua incapacità di concedere il diritto di visita, oppure cercare di trovare un accordo amichevole. In caso di assenza, potete, ad esempio, designare una persona di fiducia affinché sia ​​presente nell’alloggio quando il locatore desidera esercitare il suo diritto di visita.

Se la richiesta del tuo padrone di casa è conforme al quadro giuridico, non hai il diritto di opporti alle visite. Se rifiuti, potrà inviarti una diffida per consentire l’accesso al tuo alloggio per le visite, pena azioni legali. Come ultima risorsa può ricorrere al tribunale, un processo che però è lungo e noioso.

Tieni inoltre presente che il tuo obbligo è limitato a fornire l’accesso all’alloggio, ma in nessun caso hai l’obbligo di organizzare visite o di accogliere o fornire informazioni a potenziali visitatori.

Se il tuo padrone di casa entra in casa tua senza la tua autorizzazione, utilizzando il suo mazzo di chiavi (che ha il diritto di detenere), si tratta di un’invasione domestica, punibile con tre anni di carcere e 45.000 euro di multa. Se decidi di sporgere reclamo, il tuo locatore potrebbe anche essere tenuto a risarcirti i danni.

* Il nome è stato cambiato.

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