la Procura chiede la scarcerazione

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“Non ho più certezze a causa o grazie alla natura orale dei dibattiti”. Con queste parole inizia la sua requisitoria e gli avvocati della difesa e quelli delle parti civili hanno capito fin dall’inizio: l’accusa si rifiuta di chiedere la condanna.

Undici anni dopo l’esplosione di gas che provocò tre morti e sedici feriti nel 2013 in un edificio nel quartiere Wilson di Reims, il tribunale penale processa da lunedì 17 giugno l’ingegnere del riscaldamento Mulot, il fornitore di servizi Must e uno dei suoi tecnici perseguiti per “omicidio colposo”, “lesioni involontarie” E “distruzione involontaria di beni altrui”.

L’ultimo giudice istruttore incaricato del caso aveva deciso di rinviarli alla sbarra, in conformità con l’accusa dell’accusa risalente all’estate scorsa.

responsabile di sostenere l’accusa per conto della procura di Reims, Mathilde Campagnie rinuncia all’accusa che è durata solo quindici minuti questo giovedì mattina. Rilevando di non avere alcuna certezza circa la causa della fuga di gas che distrusse un edificio a Reims nel 2013, e di quale cucina a gas fosse incriminata, la procura ha chiesto l’impossibilità di condanna: ha chiesto la liberazione del tecnico del riscaldamento, del servizio fornitore e tecnico giudicati da lunedì 17 giugno

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