Accordo per il rilascio degli ostaggi: quali sono le nuove richieste di Hamas?

Accordo per il rilascio degli ostaggi: quali sono le nuove richieste di Hamas?
Accordo per il rilascio degli ostaggi: quali sono le nuove richieste di Hamas?
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Mercoledì sera Hamas ha inviato al Qatar la sua risposta ufficiale alla proposta di accordo presentata da Israele, aggiungendo ulteriori richieste che definisce “minime”. Israele e Stati Uniti affermano di considerare questa risposta un “no”.

Tra queste nuove richieste, l’organizzazione terroristica esige il diritto di veto sull’identità dei 100 terroristi palestinesi con le mani sporche di sangue che dovranno essere rilasciati in cambio di ostaggi. Rifiuta qualsiasi condizione, incluso l’esilio di questi terroristi una volta rilasciati.

Hamas chiede poi che le fasi dell’accordo siano “interdipendenti e continue”, compreso il ritiro completo di Israele dalla Striscia di Gaza, la libertà di movimento per gli abitanti di Gaza e la revoca del blocco della Striscia. Chiede che a partire dal terzo giorno di attuazione dell’accordo, l’IDF si ritiri dalla strada Saleh al-Din che taglia in due la Striscia di Gaza, per consentire agli sfollati di Gaza di tornare al nord. Allo stesso tempo, chiede lo smantellamento di tutte le installazioni militari lungo l’asse Netzar nonché il ritiro delle truppe da Rafah e dall’intero asse Filadelfia, che dovrà essere completato entro il settimo giorno dell’accordo, pena la liberazione di gli ostaggi sarebbero stati interrotti.

Il punto più delicato dell’accordo risiede nella questione della transizione tra la fase A e la fase B, vale a dire dalla fase di cessate il fuoco temporaneo alla fase di cessate il fuoco permanente. Hamas chiede ulteriori garanzie scritte per garantire la fine totale della guerra.

Con queste nuove richieste Hamas dimostra che continua a ricattare Israele, anche se la proposta di accordo presentatagli dallo Stato ebraico corrisponde tecnicamente in tutto e per tutto alla proposta elaborata dalla stessa organizzazione islamista all’inizio di maggio. Gli Stati Uniti non nascondono più la loro rabbia e insofferenza nei confronti dell’ostinazione di Hamas, attribuendogli la piena responsabilità della continuazione della guerra. Antony Blinken però non si arrende e sostiene che il divario tra i partiti può ancora essere colmato.

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