Prezzi dell’energia, un bellissimo terreno di gioco elettorale

Prezzi dell’energia, un bellissimo terreno di gioco elettorale
Prezzi dell’energia, un bellissimo terreno di gioco elettorale
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Con l’avvicinarsi delle elezioni legislative, il dibattito pubblico sull’energia potrebbe aver voltato pagina. Niente più voli di fantasia sui rispettivi ruoli delle turbine eoliche terrestri e marine, dell’energia nucleare e dei fossili come il gas – quest’ultimo meno preso di mira rispetto a un anno fa. La “macroenergia” non è più di moda, la prova è che Emmanuel Macron non è ancora venuto a Flamanville.

C’è da scommettere che è un altro tema quello che, in questa brevissima campagna, occuperà gli stand e le scene degli audiovisivi: i prezzi dell’energia per i consumatori. Primo assaggio questo martedì con la promessa di Bruno Le Maire di un calo dei prezzi dell’elettricità del 10-15% nel prossimo febbraio. Un modo ovvio per controbilanciare l’annuncio, lunedì, di un aumento dell’11,7% dei prezzi del gas il… 1° luglio.

C’è stato infatti un incendio. Il “prezzo di riferimento” rivelato dalla Energy Regulatory Commission (CRE) riguarda più o meno direttamente più di 10 milioni di cosiddetti clienti residenziali che abbonano il gas per il riscaldamento e la vita quotidiana (sanitari, cucina). Se questo aumento si spiega con i costi di manutenzione delle reti, RN e LFI si impegnano a bloccare le bollette delle famiglie attraverso, ad esempio, riduzioni fiscali.

La rapidità della reazione del ministro dell’Economia, a sole 24 ore dal comunicato stampa della CRE, mostra che il campo presidenziale ha chiaramente percepito il pericolo: l’apertura di una nuova politica sul potere d’acquisto. È il terreno più infiammabile, per usare la solita espressione. È credibile un calo del prezzo dell’elettricità all’inizio del 2025? “Si assolutamente”afferma l’esperto Nicolas Goldberg (Colombus Consulting).

L’economista rileva che i prezzi di mercato sono scesi e se aggiungiamo un effetto base, la riduzione della bolletta potrebbe effettivamente essere superiore a quella avanzata da Bruno Le Maire, anche dopo l’aumento delle tasse già previsto con l’uscita totale della tassa scudo tariffario. Attenzione però, il superministro di Bercy aveva promesso all’inizio di quest’anno 2024 che i prezzi del gas sarebbero rimasti stabili…!

Nel medio termine, come evolveranno i prezzi del gas e dell’energia elettrica? Sulla carta, i notevoli investimenti nelle energie rinnovabili (e nei porti GNL) dovrebbero finire per compensare lo shock della chiusura del rubinetto russo. Ma non è certo ed è improbabile che i prezzi tornino ai livelli pre-2021-2022. Basti dire che è improbabile che la lotta politica finisca.

La situazione è più tranquilla sul fronte del carburante. Il prezzo del barile di petrolio è stabile intorno agli 80 dollari (soglia adatta all’OPEC), e i prezzi alla pompa non aumentano più. Con 1,67 per litro di gasolio (1,84 per la SP95) della settimana scorsa siamo lontani dai 2 euro dello scorso autunno. A euro costanti siamo addirittura molto lontani dai picchi del 2022, soprattutto se consideriamo che gli stipendi sono aumentati in media.

Tutto ciò, naturalmente, senza tener conto degli sconvolgimenti geopolitici che possono verificarsi in qualsiasi momento e sconvolgere le aspettative. In Medio Oriente, ma anche negli Stati Uniti: Donald Trump, se tornasse al potere, guarderà forse da vicino per vedere se riesce a influenzare l’Europa con la leva del GNL che gli Stati Uniti forniscono in abbondanza.

Gli effetti boomerang delle promesse elettorali su un tema così delicato e “preoccupante” sono noti. Ma purtroppo questo non garantisce in alcun modo la serietà della questione!

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