COLLOQUIO. Finale Pro D2: “Che sia con Vannes o con Grenoble, la Top 14 si troverà rafforzata”, prevede René Bouscatel, presidente della LNR

COLLOQUIO. Finale Pro D2: “Che sia con Vannes o con Grenoble, la Top 14 si troverà rafforzata”, prevede René Bouscatel, presidente della LNR
COLLOQUIO. Finale Pro D2: “Che sia con Vannes o con Grenoble, la Top 14 si troverà rafforzata”, prevede René Bouscatel, presidente della LNR
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l’essenziale
Mentre la finale della Pro D2 contrappone Vannes e Grenoble, questo sabato 8 giugno a Tolosa (17,30, Ernest-Wallon), il presidente della Lega Nazionale di Rugby ed ex presidente dello Stade Toulousain confida a La Dépêche du Midi il suo orgoglio per avere un campionato di seconda divisione così solido in Francia.

Qual è la tua opinione su questo poster tra Vannes e Grenoble?

Innanzitutto vorrei menzionare gli straordinari progressi del Pro D2 negli ultimi anni. Arriviamo alla finale con due club che hanno fatto percorsi leggermente diversi. Due club che meritano il loro posto, ma che ancora una volta è andato a vuoto sia nella stagione regolare che nella fase eliminatoria. Avrebbero potuto esserci anche altri, ma è una finale molto bella. Sarà la prima per Vannes a differenza del Grenoble che forse avrà un po’ di esperienza. Ma a Vannes c’è una gran voglia che il rugby bretone raggiunga le Top 14, quindi a Tolosa sarà una finale magnifica.

Cosa porterebbero alla Top 14 una prima ascesa di Vannes o un ritorno di Grenoble nell’élite?

Ciò che rende forti le nostre competizioni e la loro attrattiva, a parte l’incertezza in ogni partita, è il fatto che ci siano alti e bassi. È un dramma per chi scende, una gioia immensa per chi sale. E ogni volta ognuno porterà le proprie specificità. Io sono neutrale per natura (sorride) anche se intorno a me vedi alcuni rilievi di antiche funzioni (mostra il suo ufficio con alcuni souvenir in “rosso e nero”, ndr). Vannes, sarebbe la prima volta che un club bretone entrerebbe tra i primi 14, sarebbe una grande risorsa per il rugby francese. Il Grenoble è titolare in Prima Divisione e nella Top 14. È una grande città con un club ancestrale che ha radici profonde. E questo sarebbe un grande contributo anche al rugby. Che si tratti dell’uno o dell’altro, credo che il prossimo anno la Top 14 rugby si ritroverà rafforzata. Ma non ne ho uno preferito, non posso averne uno. Che vinca il migliore, come sempre. Ma che sia l’uno o l’altro, sarà molto positivo per la Top 14.

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La Pro D2 è il miglior campionato di seconda divisione al mondo?

Certamente, in primo luogo perché ce ne sono pochissimi al mondo. La forza del rugby francese e della Lega è anche quella di aver creato una seconda divisione forte dalla creazione della LNR. È stata un’idea di Serge Blanco che l’ha difesa e credo che sia stata la prima misura che ha portato al successo il rugby francese, anche se all’inizio non era ovvio. Guarda l’Inghilterra… Se ci sono difficoltà, penso che sia proprio perché non esiste la seconda divisione. Non si va su né giù. Cosa rende vincente la competizione? Il fatto che ci siano squadre vicine tra loro, l’incertezza, la suspense in tutte le fasi. E fu un grande successo. Il Pro D2 è stato a lungo, e questo non è peggiorativo, un serbatoio per la Top 14.

E oggi ?

È l’anticamera della Top 14 con una competizione che assume completamente una propria autonomia. Si tratta di quasi 6.000 spettatori in media a partita. Giocheremo la finale a Tolosa con lo stadio pieno. Tra 18.000 e 19.000 spettatori (12.000 l’anno scorso, ndr), è straordinario quando due squadre percorrono 600 km ciascuna. Questa mania… Annunciamo 5.000 persone di Vannes, quasi altrettante persone di Grenoble. E poi ci sono tifosi di rugby provenienti da tutta questa regione e da Tolosa che riempiranno lo stadio. Davvero, lo dico con molta sincerità, e con molta emozione: Pro D2 è diventata una competizione a sé stante, apprezzata. Aumento delle presenze del 18% nell’anno, aumento dei diritti televisivi del 37%, è significativo. Permette di consolidare i club per salire nella Top 14 e, soprattutto, di coprire tutta la Francia da club professionistici. Ne rimane ancora un po’ al Nord e all’Est, ma arriverà, come è successo in Bretagna. Non puoi crearlo così con il colpo di una bacchetta magica.

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Considerando l’affluenza prevista, e nonostante lo scetticismo che ciò potrebbe aver suscitato, possiamo dire che il fatto di proteggere la finale di Tolosa sia redditizio?

Per me non era importante conquistare la finale a Tolosa. Questo è un desiderio che ho espresso e che è stato accolto dopo la discussione. Credo che se vogliamo promuovere ulteriormente la Pro D2, che diventa una competizione a sé stante, con una propria valenza sportiva ed economica, dobbiamo garantire che la finale si svolga nella stessa sede. Questo è stato fatto nella Top 14. Giochiamo tutte le finali a Parigi, indipendentemente da quale club di prima divisione si qualifichi, e tutti sono contenti. Gli stadi sono pieni, è una grande festa. Quello che volevo era che accadesse lo stesso per il Pro D2. Successivamente, era il posto giusto. Ho fatto una proposta diversa rispetto a Tolosa (Clermont, ndr) perché anche se sapevo che era l’ideale, mi dava fastidio. Ne abbiamo discusso nel comitato direttivo. E, alla fine, tutti hanno ritenuto che dovesse essere a Tolosa, di più facile accesso (“La scelta è equilibrata geograficamente, in termini di distanza e accessibilità”, ha giustificato la LNR, ndr) perché c’è uno stadio adatto a una Pro D2 finale. Se, e lo spero, questa finale andrà avanti, magari si potrà giocare anche allo Stadium, in uno stadio più adatto. È la terra del rugby. A parte i tifosi che verranno a Tolosa, c’è sempre un pubblico di rugby a Tolosa, nella regione.

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