Le fitte del desiderio –

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Per molto tempo abbiamo avuto delle lacune nel cinema italiano, concentrando come tanti cinefili adolescenti le nostre scoperte sul cinema americano, per poi esplorare il cinema francese, giapponese e coreano senza mai rivolgere davvero lo sguardo verso l’Italia, ad eccezione di alcuni classici come Otto e mezzo O Ghepardo. Di conseguenza, quando scopriamo tardi la ricchezza di questo cinema, ci buttiamo avidamente su ogni proposta che ci arriva. Quello che ci interessa qui è Ieri, oggi e domanidisponibile presso Carlotta dal 7 maggio.

Di film sketch come l’Italia ne produceva moltissimo all’epoca, Ieri, oggi e domani tuttavia, ha un titolo pretestuale i cui indicatori di temporalità appaiono poco importanti nella storia. Ciò che conta soprattutto è analizzare, attraverso tre storie scritte da diversi sceneggiatori, i rapporti tra uomini e donne, la coppia ogni volta interpretata da Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Vittorio De Sica mostra un’inversione dei consueti rapporti all’interno della coppia (gli schizzi prendono i nomi dei personaggi femminili), essendo qui l’uomo soggetto ai desideri della donna, presentato a sua volta come pigro, ozioso che vive di rendita. sua moglie, impotente o del tutto irrilevante e ossessionata. La commedia italiana ne ha spesso danneggiato l’immagine amante del latino, ben aiutato da Marcello Mastroianni che è sempre pronto a interpretare l’indifeso e il ridicolo con sottile senso dell’ironia. Ieri, oggi e domani non fa eccezione alla regola e anzi celebra la donna che, da proletaria incinta a prostituta fino a borghese austera, è colei che guida la danza del desiderio.

Il primo segmento è il più lungo e divertente, liberamente ispirato ad una storia vera. Per sfuggire al carcere a causa dei debiti accumulati, Adelina Sbaratti continua a rimanere incinta perché la legge impedisce che una donna incinta o che allatta venga incarcerata. I guai arriveranno quando il marito Carmine, pur disoccupato, non avrà le energie per darle un ottavo figlio… De Sica lo mette in scena con un’energia degna delle più grandi commedie popolari, trasformando il quartiere dove vivono gli Sbaratti in un luogo di solidarietà dove nascondiamo i nostri mobili ai vicini per evitare che gli ufficiali giudiziari se li portino via e dove mettiamo nei negozi delle pentole per pagare la cauzione, una pentola alla quale partecipa anche la polizia! Se il film è interamente dedicato alla gloria di Sophia Loren, è forse in Adelina che l’attrice brilla di più, calandosi con tenerezza e finezza nel ruolo di questa mamma colorata, portando alto l’orgoglio della sua famiglia, rimproverando il marito per la sua impotenza mentre lavorava e partoriva! La coppia può litigare spesso, ma rimane comunque profondamente innamorata, finendo sempre per riconciliarsi nonostante i conflitti, rendendo questo schizzo il più toccante dei tre.

Il secondo, adattato da un racconto di Alberto Moravia, è il più breve e austero, interamente confinato nell’abitacolo di un’auto guidata brutalmente da Anna (che tampona sistematicamente quella che la precede ad ogni semaforo rosso), una borghese donna milanese. Lì trova Renzo, il suo amante di origini più modeste, e parlano delle loro vite e della loro relazione. Lì l’ironia si fa più tagliente, esaminando l’impossibilità di qualsiasi riavvicinamento tra le classi sociali. Anna recita parole d’amore ma non le mette mai in pratica, pensando a cose futili (presentarsi a un funerale, solo per farsi vedere) tradendo la sua incapacità di provare emozioni vere. Riconosciamo chiaramente il tono di Moravia e il suo sguardo acuto dove l’illusione dei sentimenti tra gli esseri dura poco, finendo sempre per essere superata dalla realtà. Un segmento quasi superfluo che, pur riuscito, non trova realmente la sua collocazione nel tono più leggero del resto del film.

Il terzo ed ultimo segmento è forse il più conosciuto, essenzialmente per la famosa sequenza di spogliarello in cui una voluttuosa Sophia Loren si spoglia davanti a un Marcello Mastroianni che non ne può più, arrivando al punto di urlare come il famoso lupo di Tex Avery. per esprimere il suo desiderio! La storia ci racconta la storia di Mara, una prostituta che lavora a Roma, e i tentativi perennemente infruttuosi di Augusto, uno dei suoi clienti, di andare a letto con lei. Mara infatti attualmente ha di meglio da fare, ovvero dover convincere Umberto, il suo giovane vicino di casa, a ritornare alla sua idea iniziale di entrare in seminario. Lui, sentendo la nonna insultare Mara, ha deciso di difendere la sua bella vicina e di trovare un’altra strada. Augusto continua ad arrivare in ogni momento del conflitto, fino a questo momento lunare in cui la nonna, che prima chiamava Mara in tutti i modi, arriva a chiamarla santa quando lei accetta di non andare più a letto con uomini per una settimana, sperando in questo pio desiderio ( ma sfortunata per Augusto) per riportare Umberto sulla retta via…

La permanente irriverenza di questo sketch, il flirt con il decoro, il divertimento nel rendere la prostituta una persona virtuosa, ne fanno un grande momento di comicità, quasi teatro di boulevard poiché l’azione si concentra essenzialmente nell’appartamento di Mara e i progetti di Augusto sono perennemente minati da imprevisti. colpi di scena. La complicità tra Sophia Loren e Marcello Mastroianni (che riproporrà la scena molti anni dopo nel Pronto da indossare di Robert Altman) qui rasenta vette particolarmente deliziose, ognuna divertendosi nel proprio registro, lui costantemente frustrato nei suoi desideri, reagendo quasi come un bambino viziato, lei sempre dignitosa e caparbia, lontana dall’immagine che abbiamo delle prostitute al cinema. Con tali attori e tali idee, Ieri, oggi e domani è dunque uno dei gioielli della commedia all’italiana, che (ri)scopriamo con gioia in una sublime copia restaurata che gli rende giustizia. Ancora una volta, grazie Carlotta!

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