Scendi dall’albero

Scendi dall’albero
Scendi dall’albero
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Ho letto la lettera aperta di Lise Ouellette ai membri del Consiglio dell’Università di Moncton, ricca di osservazioni e sviluppi come tante altre nel corso dei mesi e degli anni.

È un dibattito che lo rode da mesi. Anche questa mattina sono propenso a pensare che dovremmo invece pensare a trasferirci in un’altra dimensione. Il problema non è più a livello del cambio di nome, non è più democratico, non rientra più nella logica del pensiero diplomatico.

Da parte mia, vedo una sagoma in cima ad un albero che non può più scendere a causa dei pericoli a terra. Quindi due atteggiamenti: uno, voler restare sull’albero, due, la paura di scendere. Questo personaggio, credo, ha perso l’atteggiamento “giusto” in questo paese democratico. I rami che lo sostengono, il suo consiglio, hanno molto da fare.

Su scala globale, dove ho potuto socializzare solo con poche culture, viviamo qui in un paese libero e democratico dove la vita è bella. In termini di lingua, se lasciamo il Canada, il francese è una lingua scelta e riconosciuta. Per evidenziare alcuni aspetti, il 20% del commercio internazionale europeo viene effettuato in francese, il francese è una delle sei lingue utilizzate alle Nazioni Unite. Il francese ha carattere attraverso la sua raffinatezza. Ci sono 3000 lingue. Quindi il francese non è da meno e ne faccio solo qualche dimostrazione. Credere è una delle virtù più grandi. È fantastico.

Un giorno dovrai scendere dall’albero. Ci sono diverse persone di lingua francese e inglese tra noi in cima a questo albero. Dovremo scendere dall’albero e renderci conto che non siamo in una dittatura. Siamo in una democrazia. È inevitabile. Dobbiamo spostarci in un’altra dimensione; prima o poi scendi dall’albero. La dittatura, penso, non ha posto qui. Acadia non ha il posto che le spetta qui.

Normand Le Bouthillier
Caraquet

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