“La famiglia influenza il voto dei giovani”

“La famiglia influenza il voto dei giovani”
“La famiglia influenza il voto dei giovani”
-

La Croce : Come si vota in famiglia? I bambini votano come i loro genitori?

Olivier Galland: Sì, c’è una trasmissione delle preferenze politiche nelle famiglie. I bambini sono influenzati dai genitori, ma non c’è nulla di automatico. Se il 100% dei bambini votasse come i propri genitori, i voti non cambierebbero mai. Possono anche ribellarsi e avere un punto di vista opposto. Man mano che crescono, acquisiscono indipendenza e il gruppo dei pari può avere la precedenza sul gruppo paterno.

E poi a volte ci sono movimenti generazionali che fanno sì che una generazione si distingua politicamente o in termini di valori da quelle precedenti. Ma ci deve essere uno sconvolgimento storico, grandi cambiamenti, come nel 1914, nel 1940 o nel 1968.

Dal 1968, infatti, si tende a pensare che i giovani votino a sinistra. È così?

OG: Sì, i giovani votano, in media, più a sinistra rispetto ad altri gruppi di età. Ma questo è un po’ meno vero dagli anni Novanta. Nel 1995, Jacques Chirac ottenne ottimi risultati tra i giovani, con il tema del divario sociale. E il Fronte Nazionale ha cominciato a sedurre questo elettorato.

In realtà la prima scelta dei giovani è l’astensione. Nel 2021, con il mio collega Marc Lazar, abbiamo realizzato un ampio studio su un campione rappresentativo di 8.000 giovani dai 18 ai 24 anni, che ha mostrato la disaffiliazione politica dei giovani: il 55% non si riconosce nemmeno vicino a nessuna sinistra perché non volevano o perché non si consideravano sufficientemente competenti per avere un’opinione. È questo movimento di disaffiliazione politica che si conferma di elezione in elezione.

Allora perché abbiamo l’immagine della gioventù a sinistra?

OG: Ciò che mantiene questa immagine è il fatto che la parte più istruita della gioventù si è spostata fortemente a sinistra, addirittura all’estrema sinistra. E poiché ha una maggiore visibilità mediatica, perché sono i giovani che si esprimono, che manifestano – lo abbiamo visto anche recentemente a Sciences Po – tendiamo a pensare che rappresenti tutti i giovani.

Aderiamo agli ideali di sinistra tanto più facilmente quando siamo sicuri della nostra posizione sociale grazie ai nostri buoni studi. I giovani che hanno un CAP o anche un BTS pensano prima all’occupazione, all’alloggio, al reddito. Ciò non impedisce loro di avere degli ideali, ma hanno aspirazioni più pragmatiche. Un recente studio sui giovani elettori del RN mostra che essi sono piuttosto poco istruiti e si riconoscono più nella personalità di Jordan Bardella che nei suoi orientamenti ideologici o politici.

Il voto cambia con l’età?

Originale: Questa è una domanda classica in sociologia: le opinioni che abbiamo a 20 anni sono legate a un effetto età o a un effetto generazione e, quando invecchiamo, si evolvono per unirsi a quelle delle persone più anziane? Se vogliamo rispondere in maniera rigorosa abbiamo bisogno di rilevazioni ripetute nel tempo che permettano di neutralizzare l’effetto generazione, ma è difficile.

Direi di sì, nonostante tutto le opinioni evolvono con l’età. Se siamo rivoluzionari a 20 anni, rischiamo di esserlo meno a 40 o 50, quando avremo acquisito uno status, fondato una famiglia, costruito un piccolo patrimonio e occupato un ruolo sociale e professionale associato a determinate responsabilità… Tutto ciò significa che siamo più integrati nella società e che dobbiamo adottare un certo numero di atteggiamenti un po’ più conformisti rispetto a quelli dei giovani che non si impegnano e sono totalmente liberi dalle proprie opinioni. Ma anche lì non c’è nulla di automatico. Alcune persone possono essere molto di sinistra a 20 anni e rimanere così per tutta la vita.

Troverai, non appena verranno pubblicati ufficialmente, i risultati del primo turno delle elezioni legislative del 2024 comune per comune.

-

PREV Cameron Davis raddoppia su Rocket Mortgage
NEXT Concerto dell’Orchestra Nazionale dell’Ile-de-France